Il ministro degli interni della Grecia ha confermato ieri che il suo paese sta progettando la costruzione di un muro lungo 12 chilometri e mezzo sul confine che la separa dalla Turchia, allo scopo di prevenire e ostacolare l’ingresso nel paese di immigrati clandestini.
I territori di Grecia e Turchia si toccano in una porzione di terra all’estremo nord est del paese: quel confine – il confine di Evros – è usato molto spesso da immigrati di origine asiatica e africana per arrivare in Grecia e da lì dentro l’Unione Europea, soprattutto da quando la Spagna e l’Italia hanno sottoscritto accordi per il rimpatrio dei clandestini con diversi paesi africani. L’anno scorso, qualcosa come 128 mila immigrati clandestini è arrivato in Grecia. Di questi, 40 mila provenivano dal confine di Evros. Il confine tra Grecia e Turchia, su terra, è lungo più di 200 chilometri e di fatto costeggia un fiume. Il muro sarà posizionato nell’area da cui passano più immigrati, hanno detto alcuni funzionari governativi.
Il governo greco si è lamentato a lungo con la Turchia dei suoi carenti sforzi per combattere l’immigrazione clandestina, e ha molto criticato il rifiuto del governo turco di sottoscrivere accordi per il loro rimpatrio: secondo la Grecia, l’atteggiamento della Turchia è di fatto un incentivo a immigrare clandestinamente. Negli ultimi mesi, però, entrambi i paesi si sono promessi reciproca cooperazione. Il ministro degli interni, presentando il progetto del muro, ha chiarito che “non è un progetto contro la Turchia, bensì un progetto volto a rafforzare e semplificare la nostra collaborazione”.
Negli ultimi nove mesi, gli arrivi di immigrati clandestini in Grecia dal confine con la Turchia è aumentato del 369 per cento. La Grecia ha anche molti problemi a gestire queste persone, una volta che arrivano nel loro territorio: le sue leggi sull’asilo sono antiquate e molto criticate, e nei prossimi giorni dovrebbe essere approvata una riforma che creerà un’autorità indipendente preposta all’esame delle richieste di asilo e un servizio indipendente preposto alla supervisione dei centri detentivi temporanei. L’Unione Europea non ha però molta fiducia negli esiti del piano, almeno per quel che riguarda la costruzione del muro. Stando a quanto riporta Al Jazeera, un portavoce della commissione europea ha dichiarato che “reti e muri hanno già dimostrato di essere misure valide solo nel breve termine, che non forniscono alcun contributo strutturale alla gestione dei flussi migratori”.
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