Natale a Napoli

Nonostante le promesse di Berlusconi oggi in città ci sono 2200 tonnellate di rifiuti

L’ultima volta che abbiamo parlato della situazione dei rifiuti a Napoli era il 16 dicembre, pochi giorni fa. Lo abbiamo fatto perché due giorni prima Berlusconi aveva fatto l’ennesima promessa riguardo la risoluzione della situazione, e allora siamo andati a verificare se questa avesse qualche fondamento o se fosse un’altra frase buttata lì per prender tempo.

D’altra parte è una storia che comincia da lontano: il 22 ottobre Berlusconi fa la prima promessa, dice che “in tempo di dieci giorni” la situazione rientrerà nella norma. Il 28 ottobre la promessa è reiterata e prolungata: “fra tre giorni a Napoli non ci saranno più rifiuti”. La scadenza passa e non succede niente. Il 2 novembre Berlusconi dice di nuovo, stavolta al Motor Show, che “ho preso l’impegno di risolvere tutto in pochi giorni, abbiamo risolto il tutto”. Anche stavolta non succede niente. Di tutte queste promesse si occupa Ballarò il 23 novembre, citando le due promesse di Berlusconi e mostrando le immagini che ne contraddicono i risultati. Berlusconi telefona in trasmissione e si arrabbia molto.

Non pago, Berlusconi ha continuato a fornire date e scadenze. È successo di nuovo il 26 novembre, quando il premier ha detto che “in meno di due settimane si può fare”. Ed è successo di nuovo il 4 dicembre, quando Berlusconi ha detto che “siamo in grado di poter riportare Napoli al suo doveroso splendore nel giro di qualche giorno” e che “abbiamo ormai la certezza di potere in pochi giorni arrivare a una situazione normale per quanto riguarda la città e anche per quanto riguarda la provincia”. Ovviamente le scadenze passano e non succede niente. Arriviamo al 14 dicembre, il giorno della mozione di sfiducia: la sera Berlusconi va a presentare il libro di Bruno Vespa e proprio non resiste alla tentazione di un’altra promessa. “Pensiamo che nei prossimi due giorni Napoli sarà pulita”. Passano due giorni e non succede niente. Oggi è il 21 dicembre, dal 14 è passata una settimana, tra quattro giorni sarà Natale. La situazione a Napoli è raccontata da Cristina Zagaria su Repubblica.

Ieri per le strade di Napoli c’erano 2.200 tonnellate di immondizia non raccolta, a cui si devono aggiungere le oltre seimila della Provincia. Cumuli ovunque. Soprattutto nel centro storico. Il Comune non riesce neanche più a tutelare i percorsi turistici. Asìa (l’azienda di igiene urbana) riesce a smaltire 300 tonnellate in più rispetto alla produzione giornaliera (1.500). Ma le previsioni sono nere: per il 25 dicembre si potrebbero superare le 3.500 tonnellate di rifiuti in strada. Il 24, infatti, chiudono per le feste gli Stir, gli impianti di tritovagliatura, e l’inceneritore di Acerra.

E ci sono altre notizie molto poco confortanti. La prima, la fondamentale, è che in questo momento non risulta l’esistenza di un piano concreto e fattibile per far tornare normale la situazione a Napoli: né tra due giorni né fra trenta. La seconda è che anche le soluzioni temporanee e di emergenza sono parecchio accidentate, vedi il sostegno fornito alla Campania dalle altre regioni d’Italia. La settimana scorsa la Puglia aveva respinto un carico di rifiuti perché non rispettava gli standard stabiliti dall’accordo. In queste ore stanno arrivando cinquemila tonnellate di rifiuti campani a Imola, e sono già cominciati i sit in di protesta davanti la discarica. La terza è non sta ottenendo particolari risultati nemmeno lo spiegamento delle forze dell’esercito, e d’altra parte non si capisce come questo da solo avrebbe dovuto risolvere qualcosa. La quarta è lo sciopero dei lavoratori della società Enerambiente, responsabile della rimozione dei rifiuti, che non hanno ancora percepito gli stipendi arretrati di novembre. La quinta è che, secondo uno studio di Cittadinanzattiva a fronte di un tale disastro Napoli è la città dove la tassa sui rifiuti costa di più alle famiglie: in media 453 euro a famiglia. Soldi pagati per uno smaltimento che non c’è.

Domenica 80 mezzi Asìa non hanno potuto scaricare fino a tarda notte. E nei giorni normali le file agli stabilimenti di smaltimento (ormai saturi) sono estenuanti. Ieri, i mezzi carichi di rifiuti, che lavorano per il Comune di Napoli, dopo ore di fila allo stabilimento di Tufino, sono tornati indietro senza scaricare. Il sistema fragile rallenta ogni giorno. Nell’area flegrea è da una settimana in campo l’esercito. Gli autocompattatori dei Comuni flegrei sono stati fermi, in coda agli Stir, anche tre giorni. Ieri a Pozzuoli c’erano 1.500 tonnellate di immondizia.