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  • Venerdì 10 dicembre 2010

La Corea del Nord vista da Yeonpyeong

Dopo l'attacco contro l'isola nel Mar Giallo, il Sud studia il nemico e si prepara ai peggiori scenari possibili

«Ho il brutto presentimento che accadrà qualcosa, ma se succederà saremo comunque pronti» spiega Choi Cheol-yeong riferendosi a un possibile nuovo attacco della Corea del Nord. Choi è un ufficiale sudcoreano, vive sull’isola di Yeonpyeong e ricorda perfettamente la paura e il trauma del bombardamento dello scorso 23 novembre, quando il regime nordcoreano decise di lanciare diverse decine di colpi d’artiglieria distruggendo alcune strutture dell’isola e uccidendo quattro persone, due civili e due militari. Da più di due settimane la Corea del Sud vive con il timore di un nuovo possibile attacco e nel paese si discute sulla possibile nuova offensiva nordcoreana, come racconta l’inviato del New York Times Martin Fackler.

Gli analisti politici esteri e della Corea del Sud dicono che il Nord è ai ferri corti, colpito dalle forti carenze di cibo tipiche del periodo invernale e al tempo stesso impegnato a gestire il passaggio di potere tra l’attuale dittatore Kim Jong-Il e il suo figlio più giovane. In questa situazione, sostengono gli esperti, il governo fa ricorso alle azioni militari ostili e provocatorie come strategia preferita per fare pressioni sul ricco Sud per ottenere gli aiuti e gli investimenti necessari per sopravvivere.

Secondo Kim Kwan-jin, il nuovo ministro della Difesa nominato dal presidente della Corea del Sud dopo l’affondamento della nave Cheonan battente bandiera sudcoreana nel marzo scorso forse da parte della Corea del Nord, le possibilità che il regime di Pyongyang decida di condurre un nuovo attacco contro il proprio storico nemico è molto alta: «Penso che il nostro intero paese possa essere l’obiettivo per nuove azioni militari provocatorie».

Prevedere con certezza le prossime azioni della Corea del Nord non è semplice e da giorni gli analisti cercano di capire dove potrebbe colpire il regime di Kim Jong-Il. Il recente attacco contro l’isola di Yeonpyeong ha confermato la tendenza delle forze nordcoreane di colpire la Corea del Sud nelle aree periferiche più facilmente accessibili e solitamente dotate di difese esigue, condizione che permette di evitare rapide escalation dei conflitti. Sulla base di queste conoscenze, gli analisti militari hanno elaborato diverse ipotesi sul luogo in cui potrà essere sferrato il prossimo attacco.

Mare Giallo
Le isole contese tra i due paesi che si trovano nel Mare Giallo sono da sempre uno dei principali motivi di scontro diretto. La Corea del Nord potrebbe decidere di lanciare nuovi colpi di artiglieria contro un’altra isola contesa con il Sud o di mettere in campo azioni di disturbo lungo le coste. L’obiettivo potrebbe anche essere una delle tante navi militari della Corea del Sud che ogni giorno pattugliano le acque intorno ai territori contesi. Secondo gli esperti di politica internazionale, le azioni militari legate ai territori contesi sono le uniche tollerate dalla Cina, il principale alleato del Nord, che non vuole compromettere i propri rapporti diplomatici con gli altri paesi asiatici.

Zona demilitarizzata coreana (ZDC)
Un prossimo attacco potrebbe verificarsi lungo la striscia di terra che attraversa la Penisola Coreana e ha la funzione di zona cuscinetto tra il Nord e il Sud. Le scaramucce lungo il confine si verificano di frequente, ma in genere si tratta di qualche colpo esploso da una parte e dall’altra o di semplici movimenti di truppe. Un attacco più consistente potrebbe verificarsi nella provincia di Gyeonggi, la più popolosa della Corea del Sud lungo il confine. Questa provincia ingloba al proprio interno la capitale Seoul, dunque un attacco verso questi territori avrebbe un alto valore simbolico e potrebbe provocare una ferma reazione da parte del Sud, che fino a ora ha sempre scelto di non favorire una escalation del conflitto per evitare una guerra vera e propria.

Attacco terroristico
La possibilità di un attacco asimmetrico appare poco probabile, ma viene comunque tenuta in considerazione dagli esperti di sicurezza. Il Nord potrebbe decidere di piazzare una bomba su un treno sudcoreano o potrebbe condurre una serie di attacchi informatici. Secondo le forze di intelligence del Sud, negli ultimi anni Pyongyang avrebbe investito molte risorse per raggiungere maggiori capacità informatiche, utili per fare propaganda oltre confine e per compiere attacchi contro banche e sistemi di sicurezza.

Missili
La Corea del Nord potrebbe decidere di condurre un nuovo atto dimostrativo invece di un attacco diretto vero e proprio, è già successo in passato del resto. Un test missilistico potrebbe essere una valida dimostrazione di forza non solo per il Sud, ma anche per la comunità internazionale. I test precedenti sono stati, però, un mezzo fallimento e secondo gli esperti militari la Corea del Nord non ha al momento le tecnologie e le risorse per costituire nel breve periodo un pericolo.

Fino a ora la risposta della Corea del Sud alle provocazioni del Nord è stata molto cauta e orientata a evitare ulteriori scontri. Dopo l’attacco contro Yeongpyeong, Seoul ha condotto una serie di esercitazioni in mare in collaborazione con gli Stati Uniti, ma nulla di più. Le difese sull’isola sono state rinforzate e Choi su una cosa sembra essere certo: «Non ci coglieranno più impreparati».

foto di: KIM JAE-MYUNG/AFP/Getty Images