Il gioco sporco del governo russo

Nei documenti di Wikileaks, le strategie dei servizi segreti russi per sbarazzarsi dei nemici del Cremlino

Tra i numerosi rapporti che Wikileaks ha diffuso sulla Russia ce n’è uno datato 30 gennaio 2009 e pubblicato ieri sera, che racconta le varie strategie messe in atto dai servizi segreti russi per indebolire – e in alcuni casi cercare di sbarazzarsi – dei nemici del Cremlino. Sono tre storie indipendenti, tutte e tre riportate dall’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, John Beyrle.

La prima racconta di una lettera di minacce ricevuta dalla United States Agency for International Development (USAID), un’agenzia del governo americano che si occupa di assistenza economica e umanitaria in diversi paesi del mondo.

Il 17 gennaio una lettera inviata dall’FSB (i servizi segreti russi eredi del KGB, ndr) chiedeva all’USAID di smettere di finanziare le ONG che operano nel nord del Caucaso. Citando un viaggio del novembre precedente di un rappresentante dell’USAID, l’FSB insinuava che i finanziamenti americani destinati a quella regione fossero «incompetenti» e che la USAID non fosse nella posizione adatta per assicurarsi che quei soldi destinati a programmi di aiuto umanitario non finissero in realtà nella mani di gruppi armati illegali. Viste le tensioni nell’Ossezia del sud, l’FSB scriveva che era «necessario interrompere i finanziamenti di qualsiasi ONG nel nord del Caucaso, indipendentemente dagli obiettivi di USAID». La lettera si chiudeva con una frase in cui l’FSB minacciava esplicitamente USAID che se non avesse messo fine alle sue «azioni incompetenti» sarebbero state adottate misure preventive, compreso il rifiuto di visti d’ingresso.

La seconda storia – l’unica delle tre di cui la stampa russa aveva già parlato – racconta delle pressioni esercitate dal ministro degli Interni sull’Università Vyshka di Mosca, alla quale si chiedeva di espellere alcuni studenti che avevano preso parte a delle dimostrazioni anti-governative.

A metà gennaio, il Ministero degli Interni inviò una lettera all’Università Vyshka, ponendo il problema di quattro (forse sei) studenti che avevano preso parte alle manifestazioni di dicembre, con il consiglio velato che venissero espulsi. La lettera avvisava che «l’aumento di azioni di massa non sanzionate costituiva una forma di attivismo estremo che portava con sé un alto livello di pericolo sociale e richiedeva misure d’intervento adeguate da parte delle autorità». Il Ministero si appellava all’Università chiedendo di analizzare bene le circostanze e la partecipazione degli studenti a quelle proteste e di valutare l’opportunità di continuare a educarli. La notizia divenne di dominio pubblico, con un articolo pubblicato anche dal tabloid Moskovskiy Komsomolets, televisioni e blog. L’Università si rifiutò di espellere gli studenti. Altre università e altre istituzioni hanno ricevuto lettere simili, ma hanno deciso di non renderle pubbliche oppure hanno capitolato in silenzio.

La terza storia ha a che fare con un attacco personale sferrato a un membro del National Democratic Institute (NDI) di Mosca, un’organizzazione no profit che si occupa di promuovere la democrazia nel mondo.

Il 29 gennaio la USAID ha ricevuto un’email con un’immagine di XXXXXXXX adagiato su un minorenne. La foto era allegata a un messaggio, scritto chiaramente da un cittadino russo, che accusava XXXXXXXXX di avere stuprato la sua bambina di nove anni. Quest’ultima provocazione è collegata alle presunte interferenze di un membro dello staff del NDI durante le elezioni locali di Murmansk.

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