Che cos’è la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia?

Fu il primo trattato internazionale a riconoscere i diritti di tutti i bambini del mondo

Oggi è la giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il 20 novembre del 1989, infatti, l’Assemblea Generale dell’ONU a New York approvò la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante ad affermare i diritti di tutti i bambini. In Italia la convenzione fu ratificata nel 1991.

La Convenzione introdusse l’idea del bambino come soggetto di diritti invece che come mero oggetto di tutela e protezione e affiancò a diritti universalmente riconosciuti e sanzionati (quali il diritto al nome, alla sopravvivenza, alla salute, all’istruzione), una serie di diritti di nuova generazione (come il diritto all’identità legale del bambino, il rispetto della sua privacy, della sua dignità e della libertà d’espressione).

Il trattato è considerato una delle più importanti conquiste del diritto internazionale, che ha riconosciuto ufficialmente i diritti dei bambini come persone, sullo stesso piano di tutti gli altri membri della società. L’importanza del trattato sta principalmente nell’aver identificato alcuni principi guida universali, che potessero ispirare modifiche alle legislazioni nazionali nella direzione di una maggiore tutela dei bambini.

La ratifica del trattato ebbe conseguenze notevoli in moltissimi paesi del mondo e in ambiti diversi, dal divieto delle punizioni corporali alla creazione di sistemi di giustizia minorile che fossero separati da quelli per gli adulti, dall’istituzione di sistemi di monitoraggio per i diritti dei bambini alla approvazione di sanzioni per i genitori che abbandonano o abusano dei figli.

Nonostante questo però la Convenzione resta ancora oggi in larga parte inattuata. Tra i diritti negati più importanti c’è sicuramente quello all’educazione. Secondo i dati diffusi dal Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP), sono circa novantatré milioni i bambini e le bambine nel mondo che non vanno a scuola. Lo stesso articolo 12 – che parla del diritto del minore a partecipare a tutte le decisioni che lo riguardano, o l’articolo 3 – che prevede che il principio guida di ogni decisione degli adulti sia «il superiore interesse del bambino» – non trovano spesso riscontro nella vita sociale di molti paesi.