«Sì, e io sono Nefertiti»

Il procuratore dei minori di Milano accusa il ministro Maroni di aver detto un sacco di balle

Il sostituto procuratore per i minorenni di Milano, Annamaria Fiorillo, ieri aveva molto criticato il ministro Maroni e il contenuto della sua relazione resa alla Camera riguardo il cosiddetto caso Ruby, e nello specifico riguardo cosa accadde alla questura di Milano la sera del 27 maggio, quando Karima El Marough fu prima spacciata come la nipote del presidente egiziano Mubarak e poi affidata alla consigliera regionale lombarda del PdL Nicole Minetti, dopo una comunicazione telefonica tra il presidente del consiglio e il questore. Oggi su Repubblica fornisce ulteriori racconti e dettagli.

“Ma tutte queste telecamere sono qui per cosa?”. Esce Annamaria Fiorillo e sorprende i cronisti, compresi quelli delle testate tedesche. Sono in attesa davanti al tribunale dei minorenni di Milano, c’è un’udienza che riguarda una madre, Marinella Colombo, accusata da Berlino di sottrazione di minori. “Se volete, avrei da dirvi io qualcosa. Mi chiamo Annamaria Fiorillo, sono sostituto procuratore dei Minori e quello che ha dichiarato in aula Maroni non mi va giù”.

La notte di Ruby, quando il premier telefonò in Questura per perorare la causa della diciassettenne, si riaccende all’improvviso: “Ho investito del caso il Consiglio superiore della magistratura…”, rilancia Fiorillo. “È una mia iniziativa, non l’ho concordata con il mio capo né con nessun altro – aggiunge dopo qualche ora – ma so che dovevo farlo. Ho chiesto al Csm di chiarire le discrepanze tra la spiegazione del ministro in aula e la mia esperienza personale”.

È mai stata sentita dalla Procura sul punto?
“Mai. E siccome ho leale rispetto per la magistratura, ho detto ciò che dovevo dire, e mi affido con fiducia. Mi sentivo circondata da un imbarazzato isolamento, so dai giornali che c’è un procedimento penale in corso. Capisco, ma a non mi è sembrato possibile che un ministro vada in Parlamento a dire queste cose. Io che ero là non posso permetterlo”.

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