Elogio del wi-fi libero

Beppe Severgnini contro la legge Pisanu

Ne ha parlato anche ieri sera, intervistato sulla 7 alle Invasioni barbariche, e oggi sul Corriere della Sera Beppe Severgnini si mette alla guida (almeno dal punto di vista della cassa di risonanza) dei contestatori del decreto Pisanu che limita la diffusione del wi-fi pubblico.

Nei caffè italiani è più facile trovare ragazzi seduti davanti a un alcolico che davanti a un computer. Il motivo: i punti di accesso wi-fi sono pochi. Poco più di quattromila, contro i 28 mila della Gran Bretagna, i 30 mila della Francia, i 75 mila degli Usa. Non solo: in Italia è prevista la schedatura degli utenti. Documento d’identità da fotocopiare, come richiesto dal decreto-legge Pisanu, introdotto in seguito agli attentati del 2005 a Madrid e a Londra. La norma scade il prossimo 31 dicembre, e qualcuno vorrebbe rinnovarla così com’è: cattiva idea. Wi-fi significa velocità, mobilità, scambi, conoscenze, informazioni, occasioni. In sostanza, lavoro. Un Paese geograficamente complicato ed economicamente impacciato – qual è l’Italia oggi – dovrebbe sfruttare l’opportunità della connessione libera senza fili. Ma la burocrazia uccide la buona volontà. Davanti a carte e procedure, baristi e albergatori rinunciano, pur sapendo di scontentare i clienti.

(continua a leggere sul sito del Corriere della Sera)