In Italia la legge non consente la trasmissione di spot televisivi a sfondo elettorale, ennesima anomalia provocata dalla presenza di un rilevante uomo politico ricchissimo milionario, editore, proprietario del principale network televisivo privato e amministratore del network televisivo pubblico. Altrove invece sono molto diffusi e utilizzati, e negli Stati Uniti sono un importante strumento di campagna elettorale. Con le elezioni di metà mandato alle porte – il 2 novembre: manca poco più di una settimana – l’edizione online del settimanale Christian Science Monitor ha pubblicato una classifica dei dieci spot più bizzarri.
Chuck Grassley
Candidato per un seggio al senato in Iowa, il repubblicano Grassley vuole dimostrare di essere ancora giovane e in gamba. La pappardella è la solita, costi-quel-che-costi, lavoro-per-voi, eccetera, ma l’attacco è notevole: due signore si parlano, una ha sentito dire che “Grassley ha un Twitter”, l’altra corrucciata chiede se è una roba curabile. Poi arriva lui, Grassley, che aggeggia con un Blackberry e spiega che le nuove tecnologie gli piacciono un sacco.
John Hickenlooper
Candidato democratico a governatore del Colorado, parla in prima persona e spiega che ogni volta che vede uno spot che lo insulta o lo critica sente il bisogno di andarsi a fare una doccia. E quindi lo vediamo sotto la doccia, vestito, mentre ci spiega che lui è in grado di unire il Colorado mentre gli altri tentano di dividerlo. Alla fine di docce se ne otto.
https://www.youtube.com/watch?v=3Yv_g7ZyADM