“Siamo pronti ad aprire la tomba di De Pedis”

La Chiesa risponde alla lettera di Veltroni sul capo della Banda della Magliana seppellito in una basilica

Ieri avevamo dato conto della lettera di Walter Veltroni pubblicata su Repubblica, che chiedeva alla Chiesa di rimuovere la salma di Enrico De Pedis, il capo della Banda della Magliana, dalla basilica romana di Sant’Apollinare, dov’è sepolto.

La storia della Banda della Magliana, dei suoi crimini e del suo capo, negli ultimi anni ha ritrovato notorietà grazie a una serie di azzeccate operazioni cinematografiche ed editoriali, e grazie al fatto che rimane una storia piena di cose che non tornano e domande-senza-risposta. Una di queste riguarda proprio Enrico De Pedis, seppellito in un posto di assoluto e indiscutibile prestigio, al quale ovviamente non si accede tramite semplice domanda. Scriveva Veltroni:

C’è qualcosa, per esempio, che nessun italiano riesce a spiegarsi, ed è la ragione per la quale uno dei capi della Banda della Magliana, Enrico de Pedis, sia inspiegabilmente sepolto nella cripta monumentale di Sant’Apollinare, una delle principali basiliche di Roma, accanto al grande musicista Giacomo Carissimi. De Pedis, detto Renatino, ultimo capo della più efferata organizzazione criminale romana con ramificazioni nella mafia siciliana e nella camorra campana, organizzazione responsabile di omicidi, detenzione di armi, spaccio di droga, sequestro di persona, estorsioni e fiancheggiamento di gruppi eversivi di estrema destra. Un’organizzazione che è emersa con pesanti responsabilità nelle pagine più oscure della recente storia italiana. Per rispetto delle vittime e per dare un altro messaggio inequivocabile contro la violenza e la malavita organizzata, la rimozione della tomba di De Pedis da sant’Apollinare e una sua degna sepoltura, come spetta a ogni cittadino, sarebbe un gesto dall’alto valore civile e morale.

Se non bastasse già da sola l’assurda vicenda della sepoltura di De Pedis, la lettera di Veltroni riusciva ad aggiungere particolari surreali. Walter Veltroni, infatti, in passato è stato sia sindaco di Roma che ministro dei beni culturali: due incarichi importanti e prestigiosi i cui settori di competenza si sarebbero prestati a un intervento concreto ed efficace sul tema. In ogni caso, la Chiesa cattolica ha risposto alla lettera dell’onorevole Veltroni, dichiarandosi disponibile a rimuovere la salma di De Pedis dalla basilica.

“Sono anni ormai che le autorità ecclesiali romane hanno dichiarato di essere pronte ad aprire la tomba di De Pedis per farla ispezionare ed, eventualmente, per sistemare i resti dello stesso De Pedis in un altro luogo. Basta solo che le autorità competenti lo chiedano in conformità alle norme vigenti”. A rispondere alla lettera di Walter Veltroni pubblicata ieri da Repubblica è il cardinale vicario Agostino Vallini, tramite il suo portavoce Angelo Zema. L’alto prelato fa sapere di essere rimasto “molto sorpreso ieri mattina dalla lettura della missiva”.

Non si capisce quali siano le autorità competenti, se non la Chiesa stessa, e quali “le norme vigenti” a cui il cardinale fa riferimento. Apparentemente, sembra che il cardinale sostenga che la salma può essere rimossa a patto che lo chieda la magistratura. Si tratta però di una frase assurda – l’ennesima in questa storia, se avete notato – in primo luogo perché se la magistratura dovesse disporre la rimozione della salma non servirebbe certamente l’assenso del cardinale Vallini, in secondo luogo perché la magistratura non ha interesse né ragioni di chiedere che la salma venga spostata. Si tratta semplicemente di una ragione di opportunità, di una decisione che spetta alla Chiesa e a nessun altro: e Veltroni l’ha efficacemente messa in parallelo con le dure parole verso la criminalità organizzata pronunciate recentemente da Joseph Ratzinger a Palermo.

Intanto ci sono anche i commenti – assurdi, ma che ve lo diciamo a fare – dell’attuale rettore della basilica di Sant’Apollinare, don Pedro Huidobro, che dice di non sapere se De Pedis fosse un benefattore della Chiesa o un delinquente.

“Non ho mai conosciuto De Pedis. Non ho motivi di dire né che fosse un benefettore della Chiesa né un delinquente. So che è morto ammazzato in strada, da uomo libero, e che è improprio dire che sia sepolto dentro la basilica. È in una cripta esterna, che poi è uno sgabuzzino piccolo, chiuso, umido in un’area non consacrata”. Ad accoglierne i resti qui furono l’allora presidente della Cei monsignor Ugo Poletti e l’allora rettore monsignor Piero Vergari: “Si possono commettere errori – dice Huidobro, 54 anni, dal 2005 alla guida della basilica – ma bisogna salvare la buona fede. Non posso credere che Poletti e Vergari abbiano agito in cattiva fede, ma possono aver fatto una cosa imprudente”.