Phil Selway e le sue prime volte

Il batterista dei Radiohead debutta con un disco solista, "Familial", lontano dalle atmosfere del gruppo

di Pier Mauro Tamburini

Dopo Eraser di Thom Yorke e la colonna sonora de Il Petroliere di Jonny Greenwood, anche il batterista dei Radiohead Phil Selway ha composto il suo primo disco solista, Familial. Ma se gli album dei suoi due soci, elettronici e ossessivi, ricordano quasi in ogni traccia la band di provenienza, Selway ha provato a distaccarsi completamente dal genere Radiohead, componendo un disco acustico e di suoni più tradizionali. 

L’album è uscito in questi giorni per l’etichetta discografica indipendente Bella Union e le riviste di settore lo hanno associato a cantautori dalla voce morbida come Elliott Smith o Nick Drake. Nel disco Selway non tocca mai la batteria — canta e suona la chitarra, classica — ed è al fianco di amici e collaboratori: Lisa Germano, Glenn Kotche e Pat Sansone dei Wilco e Sebastian Steinberg, Il primo singolo uscito si intitola By some miracle.

Il Post ha incontrato Selway per chiedergli di raccontare qualcuna delle sue prime volte e lui, un po’ preoccupato a dirla tutta, ha accettato.

La prima volta che hai tenuto in mano il tuo disco
È successo pochissimo tempo fa, ed è stata una sensazione strana. Toccare qualcosa con mano alla fine del processo creativo, sapendo che hai preso tu ogni decisione. Non sai cosa fare, lo inizi ad ascoltare in maniera diversa — se vuoi ascoltarlo — e sai che non puoi più migliorarlo. Quando componi continui a sistemare ogni piccola cosa, averlo in mano finito è liberatorio. Devi solo pensare ‘è la cosa migliore che potevo fare quando l’ho fatta, adesso bisogna pensare ad altro, andare avanti.’

La prima volta che hai incontrato gli altri Radiohead
Se non sbaglio è successo nel 1985. Cioè, li ho sempre visti in giro per i corridoi della scuola — frequentavamo tutti la stessa scuola ad Abingdon, io e Ed [O’Brien, il chitarrista] eravamo i più grandi, Thom [Yorke] e Colin [Greenwood] avevano un anno in meno — ma non ci ho mai davvero parlato prima di suonare con loro. La prima volta è stata a una serata in beneficenza, 24 ore di musica, c’era Thom, e credo anche Ed e Colin. Abbiamo suonato una cover di Dear prudence [dei Beatles]. Era novembre del 1985.

La prima volta che hai sentito una canzone dei Radiohead in radio
Era appena uscito il primo EP, Drill. Eravamo in tour in giro per la Gran Bretagna, viaggiavamo con un pulmino, quello classico delle band. Era domenica e Gary Davies, uno dei più famosi deejay inglesi, aveva scelto un nostro pezzo come singolo del weekend. È stato incredibile sentirla in radio. Suonavamo da sette anni, sette anni passati a sognare di diventare una vera band, e improvvisamente tutto sembrava funzionare, andare per il verso giusto. Stavamo andando a un concerto, e c’era un nostro pezzo su una radio nazionale. Fantastico.

La similitudine con la scena di Lost in cui Charlie e la sua band, i Driveshaft, sentono per la prima volta il loro singolo in radio proprio a bordo di un pulmino con cui stavano girando l’Inghilterra per un tour ha portato inevitabilmente alla prossima prima volta.

La prima volta che hai visto Lost
Mai visto. È una prima volta che deve ancora arrivare.

La prima volta che i Radiohead hanno litigato
In realtà litighiamo pochissimo, su questo siamo molto inglesi. E probabilmente non è per niente salutare, siamo una band passivo-aggressiva. A volte discutiamo, ma mai niente di eccessivo, niente di fisico.

La prima volta che hai suonato in Italia
Sarà stato nel 1993, ma non ricordo dove fosse. Il primo di cui ho dei ricordi molto vividi è stato un concerto fantastico a Firenze [nel 2000, ndr], in… piazza santa Croce? Meraviglioso. E poi lo scorso aprile ho suonato il mio primo concerto da solista, a Torino. Ero pietrificato, non sono molto sicuro di essere andato bene, ma è stato bello comunque.

La prima volta che hai cantato una tua canzone ai tuoi figli
È successo molto tempo fa, ero in Nuova Zelanda [in occasione di un tour dei 7 Worlds Collide, il progetto musicale per beneficenza del suo amico Neil Finn] dove ho registrato The ties that bind us con Neil. Mio figlio era con me e voleva vedere che succedeva in studio, ed è stato lì mentre registravo, un bellissimo momento. In un certo modo la canzone parla anche dei miei figli, è stato un bene fosse lì.

La prima volta che hai recitato in un film di Harry Potter (faceva il batterista dei The weird sisters, band di finzione del film Harry Potter e il calice di fuoco)
È stato meraviglioso, una giornata incredibile. Io e Jonny siamo stati invitati a registrare una canzone per il film e la cosa doveva finire lì, insieme a Jarvis Cocker [l’ex leader dei Pulp], Steve Mackey [ex membro dei Pulp] e gli altri. Poi ci hanno chiesto se volevamo anche recitare la parte della band nel film. Era incredibile, un mondo fantasy, c’era questa enorme sala dove giravano la scena del ballo della scuola, e in questa scena c’erano tutti i personaggi di Harry Potter. Avevi la sensazione di star camminando in una terra fantastica. È stato un onore, il tipo di cose che non puoi fare se suoni nei Radiohead. Mi è piaciuto ogni istante di quell’esperienza.

La prima volta che hai aperto Facebook
Pochissimo tempo fa. Faccio già fatica a stare dietro alle mail e ai commenti, anche se è bello vedere le reazioni delle persone.

La prima volta che hai visto David Cameron primo ministro
In realtà Cameron non è solo il mio primo ministro, ma anche il parlamentare del mio collegio. Ed era strano, c’erano suoi manifesti attaccati sui muri di tutta la nazione e noi eravamo abituati a vederlo in giro per strada. Avere una coalizione ha reso meno dolorosa l’idea di un nuovo governo conservatore, ed è stato incoraggiante vederli negoziare davvero.

Prima di salutarci abbiamo poi scambiato qualche parola sul disco.

Non ci aspettavamo un album del genere
Ma nemmeno io. Sono un “compositore da camera da letto”: per sette anni ho scritto canzoni sempre in casa, e questo influisce sulla scrittura, rende le canzoni intime. E, ovviamente, quello che esce riflette ciò che ho dentro.

Quando hai deciso di scrivere un disco solista?
Circa tre anni fa. Ho sempre avuto questo sogno, e poco prima erano successe un po’ di cose nella mia vita, mia madre è morta e ho compiuto quarant’anni, che mi hanno spinto a farlo.

Lo scorso maggio Ed O’Brien [il chitarrista dei Radiohead] ha detto che il disco che state componendo con il gruppo è il migliore che abbiate mai fatto. Che ne dici?
Che Ed lo dice a ogni album. (ride) Però è vero, quando scrivi un disco devi crederci. Ogni volta che ne componi uno devi sperare di star migliorando quello che hai fatto in passato.