• Mondo
  • Martedì 31 agosto 2010

L’esercito americano ha problemi di peso

È uno dei problemi più diffusi tra le nuove reclute, una su cinque non riesce a superare gli esercizi di base

di Elena Favilli

Fort Jackson, nella Carolina del Sud, è il più grande campo di addestramento dell’esercito americano. Ogni anno circa 50 mila reclute vengono preparate qui prima di entrare nelle file dell’esercito. Da quest’anno con un nuovo programma di allenamento, pensato per fronteggiare uno dei problemi più diffusi tra i soldati di nuova generazione: il sovrappeso. Il New York Times spiega di che si tratta.

Il sovrappeso è la ragione principale per cui l’esercito respinge le potenziali nuove reclute. E anche se questo succede da tempo, negli ultimi anni il problema è notevolmente peggiorato con il progressivo aumento del peso dei giovani americani. Quest’anno, un gruppo di generali e ammiragli in pensione ha pubblicato un rapporto intitolato “Too fat to fight”, Troppo grassi per combattere. «Tra il 1995 e il 2008, la quantità di potenziali reclute che non hanno superato i test a causa dell’eccesso di peso è aumentata quasi del 70%», conclude il rapporto. Nonostante l’esercito escluda a priori quelle persone che hanno seri problemi di peso, capita spesso che molte delle reclute che riescono a terminare un programma di addestramento di base abbiano meno forza e resistenza che in passato. Secondo molti ufficiali l’effetto è dovuto alla combinazione di junk food più video game, peggiorata dalla riduzione delle ore di ginnastica in molte delle scuole superiori del paese.

Il risultato è che per le reclute è molto più difficile raggiungere gli standard previsti dall’esercito e sempre più spesso capita che alcune si facciano male durante i programmi di allenamento. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’esercito, oggi solo una recluta su cinque riesce a superare alcuni dei più basici esercizi. Anche i casi di fratture sono notevolmente aumentati, soprattutto quelle dell’osso iliaco: nel 2003 ci furono soltanto tre casi, ma l’anno scorso il numero è salito a 39. Un problema dovuto principalmente alla scarsa preparazione atletica e a una dieta basata soprattutto su bibite piene di zuccheri e bevande energetiche, ma povera di calcio e di ferro.

Il nuovo programma di allenamento è stato messo a punto proprio per affrontare questi problemi e prevede un metodo che per molti aspetti ricorda gli esercizi di yoga e pilates. Meno esercizi di potenza e più esercizi di equilibrio e di agilità. Il livello di difficoltà aumenta progressivamente e prevede sessioni che si sviluppano su più settimane, al posto di sessioni singole. Ci sono meno addominali, meno flessioni e meno corse lunghe, che secondo gli ufficiali servono a rafforzare la resistenza ma spesso provocano problemi fisici ai soldati. E che a differenza di quello che si credeva in passato non servono poi molto a preparare i soldati a trasportare bagagli pesanti o a correre velocemente per tratti brevi.

«Non abbiamo eliminato la corsa», spiega il generale Hertling «ma stiamo cercando di allontanarci dall’idea che quello è l’unico esercizio che facciamo». Tra i nuovi esercizi ci sono una grande varietà di torsioni, allungamenti, ponti e capovolte. «È il concetto di allenamento integrale del corpo», spiega il tenente Tameeka Hayes «nessuno che abbia fatto questo tipo di esercizi ha mai detto che abbiamo reso il programma più facile».

Il nuovo programma – 434 pagine – è stato scritto da Stephen Van Camp – un ex professionista di kick-box – e Frank Palkoska, un ex ufficiale dell’esercito che ora insegna fitness nel campo di addestramento di West Point. Hanno fatto un elenco di cose che un soldato deve fare durante un combattimento (lanciare granate, schivare i colpi di arma da fuoco, trasportare materiali pesanti, ecc…) e poi hanno associato ciascuna di queste cose a un particolare esercizio.

Alcune esercitazioni imitano l’arrampicata, altre insegnano ai soldati come rotolare e come fare un certo tipo di movimenti laterali da terra, alcune sono fatte con indosso il giubbotto antiproiettile. «Il vecchio programma era molto meno collegato al tipo di cose che i soldati avrebbero fatto poi durante un combattimento, che spesso comporta un sacco di salti, movimenti da terra e arrampicate. Quello che facevamo la mattina non aveva niente a che fare con quello che poi facevamo nelle esercitazioni del pomeriggio», spiega Palkoska. E poi ci sono meno assalti con le baionette e più tempo passato a esercitarsi con le pistole e a fare esercizi con il sacco da boxe.

Il nuovo regime, sotto la direzione del Generale Hertling, prevede anche una completa ristrutturazione delle abitudini alimentari. Molta più verdura, meno patatine fritte, e latte invece di bibite gassate. Le etichette verdi indicano i cibi meno calorici. Il programma per il momento è obbligatorio solo per le reclute, mentre gli ufficiali possono ancora scegliere di allenarsi con il vecchio metodo. L’obiettivo è comunque quello di farlo adottare anche al resto dell’esercito, dove sempre più soldati soffrono di problemi di sovrappeso. Per il momento i due test di fitness che ogni soldato deve superare nel corso dell’anno per poter avanzare di carriera – o anche solo per poter accedere a un corso di livello superiore – misurano l’abilità fisica ancora sulla base del vecchio metodo. E dal momento che nella maggior parte dei casi i soldati si allenano proprio in vista di quel test, quelli sono il tipo di esercizi che fanno nella maggior parte dei casi.

Lo scorso 24 giugno il sergente Rashad Valmont – di base a Fort Gillem, Georgia – sparò e uccise il suo superiore Pedro Mercado per avergli negato un permesso. Secondo il suo avvocato, Valmont si trovava in uno stato semi catatonico al momento dell’omicidio, a causa di un digiuno prolungato a cui era stato costretto perché considerato sovrappeso. Gli avevano chiesto di scendere ancora del 3 per cento sotto il livello minimo di grasso previsto dal regolamento dell’esercito se voleva essere ammesso a un corso che da tempo voleva seguire. Da settimane cercava di perdere peso a furia di saune, fasce dimagranti e digiuni. «Era disidratato, esausto e delirante quando è andato nell’ufficio di Mercado. Aveva dato segni di incapacità di intendere e di volere nei giorni e nelle ore precedenti l’omicidio, una sorta di delirio, era quasi in trance». Ora rischia di subire un processo con l’accusa di omicidio premeditato.

(Foto di Anne McQuary)