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  • Sabato 14 agosto 2010

I problemi della Cina con gli ospedali

Medici incompetenti, corruzione a ogni livello e le continue aggressioni al personale da parte dei pazienti

Health workers line up to wait for the arrival of government officials visiting a hospital where rescued coal miners are recuperating in Hejin, China, Tuesday, April 6, 2010. Efforts to reach 33 Chinese miners still trapped in a flooded coal pit forged ahead Tuesday, boosted by the rescue of 115 of their fellow workers who were pulled out a day earlier after more than a week underground. (AP Photo/Ng Han Guan)
Health workers line up to wait for the arrival of government officials visiting a hospital where rescued coal miners are recuperating in Hejin, China, Tuesday, April 6, 2010. Efforts to reach 33 Chinese miners still trapped in a flooded coal pit forged ahead Tuesday, boosted by the rescue of 115 of their fellow workers who were pulled out a day earlier after more than a week underground. (AP Photo/Ng Han Guan)

Gli ospedali pubblici cinesi hanno diversi problemi. Non ci sono medici e infermieri a sufficienza. Non tutti i medici sono adeguatamente competenti, alcuni sono addirittura corrotti. Nessuno di questi però è il più grave dei problemi degli ospedali cinesi, secondo i funzionari che li gestiscono, perché ce ne sarebbe uno ancora peggiore: le continue aggressioni al personale sanitario da parte dei pazienti o di loro parenti, insoddisfatti dall’assistenza ricevuta. E per questa ragione il mese scorso i direttori degli ospedali pubblici di Shenyang hanno deciso di elevare le guardie giurate al rango di vice amministratori degli ospedali.

Il New York Times racconta che secondo il ministero cinese della salute soltanto nel 2006 oltre cinquemila medici vennero aggrediti dalle persone che avevano in cura o dai loro familiari. Lo scorso giugno ben cinque dottori sono stati feriti dai loro pazienti: uno è stato accoltellato a morte dal figlio di un suo paziente morto di cancro; tre sono stati gravemente ustionati dall’incendio appicato da un malato; un pediatra è rimasto ferito dopo essersi lanciato dal quinto piano per sfuggire ai genitori di un bambino morto mentre lui l’aveva in cura. Non è raro inoltre che i familiari di pazienti deceduti in ospedale obblighino i medici che li assistevano a vestire a lutto.

Secondo molti medici e infermieri la rabbia dei pazienti nei loro confronti sarebbe dovuta alle aspettative esagerate nei confronti del loro lavoro. Spesso si tratta di persone che devono affrontare lunghi viaggi per raggiungere l’ospedale più vicino, e che investono i risparmi di una vita nella speranza di essere guariti: quando questo non accade sfogano la loro frustrazione su quelli che considerano i colpevoli.

Il New York Times scrive invece che questa insoddisfazione sarebbe causata dalle inadeguatezze del sistema sanitario cinese. Fino agli anni Ottanta, il governo aveva garantito l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini. L’assistenza non era gratuita ma disponibile dietro pagamento di tariffe nominali, cioè non influenzate dalle leggi della domanda e dell’offerta. Questo sistema venne abbandonato negli anni Novanta e gli ospedali furono lasciati soli ad affrontare la nuova economia di mercato. Il risultato è stato un aumento impressionante della disuguaglianza di cure offerte nelle cliniche private e in quelle pubbliche.

Nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato una classifica sull’equità dei sistemi sanitari nazionali, e la Cina figurava al 188esimo posto su 192 nazioni. In quegli anni solo due malati su cinque due venivano curati, e soltanto una persona su dieci aveva un’assicurazione sanitaria. Negli ultimi sette anni, lo stato ha cercato di migliorare questa situazione. Ha investito ben dieci miliardi di dollari per costruire ospedali e garantire l’assicurazioni medica ai cittadini, ed è riuscito a diminuire in modo significativo il divario tra la sanità pubblica e quella privata. La Banca mondiale stima che al momento oltre tre cinesi su quattro hanno un’assicurazione sanitaria, seppure di base. Inoltre negli ultimi anni è aumentato anche il numero di ospedali nelle zone rurali, facilitando l’accesso alle cure di un numero crescente di persone.

Un altro grave problema a cui il governo dovrà trovare soluzione è l’insufficiente preparazione dei medici. Secondo l’OCSE in Cina la metà dei dottori ha soltanto un diploma di scuola superiore, e molti medici di campagna hanno appena la licenza media. Per questo le persone sono spesso curate in modo inadeguato: una su cinque è ricoverata per un semplice raffreddore o per un’influenza. Una volta entrati in ospedale, i malati rischiano di essere operati praticamente senza motivo.

Inoltre i medici tendono spesso a prescrivere una quantità eccessiva di farmaci o di esami diagnostici. La vendita di medicine infatti rappresenta la seconda fonte di entrate per gli ospedali pubblici, e in alcuni casi gli stipendi dei dottori sono proporzionali al denaro che fanno guadagnare all’ospedale; in altri sono le case farmaceutiche a corromperli. Negli ultimi dieci anni il ministro della Sanità cinese ha ordinato più volte agli ospedali di ridurre il costo di alcuni farmaci fondamentali, ma secondo la Banca Mondiale l’unico risultato è stato che i medici hanno prescritto altri farmaci più costosi. Il governo ha approvato un nuovo piano per finanziare coperture assicurative, ma molti temono che un’ulteriore ondata di denaro nel settore possa aumentare il livello di corruzione senza garantire migliori cure alle persone.