Il patteggiamento Mondadori

Repubblica e il Fatto riassumono come l'azienda possa scongiurare il rischio di saldare un'evasione fiscale da 173 milioni pagandone 8,6

Repubblica ricostruisce oggi la storia del contenzioso fiscale tra lo Stato e la Mondadori e del modo in cui è stato di recente concluso: una legge che riduce evita all’azienda il rischio (un rischio, non una certezza) di una sentenza da 173 milioni pagandone 8,6.

Legge salva-Mondadori doveva essere e legge salva-Mondadori è stata. La casa editrice controllata dalla Fininvest si avvia a chiudere con una mini-transazione da 8,6 milioni un contenzioso quasi ventennale in cui l’agenzia delle entrate le contestava il mancato pagamento di 173 milioni di tasse evase nel ’91, in occasione della fusione tra Amef e Arnoldo Mondadori. Segrate ha già contabilizzato a tempo di record nella sua semestrale il versamento della sanzione per calare il sipario sulla partita con l’amministrazione finanziaria “grazie al decreto legge 25 marzo 2010 n. 40 sulla chiusura delle liti pendenti”. Si tratta  –  in soldoni  –  del cosiddetto “Lodo Cassazione”, un provvedimento contestato dall’opposizione per il macroscopico conflitto d’interessi del premier che consente di archiviare i processi tributari arrivati in Cassazione con due sentenze favorevoli al contribuente mediante il pagamento del solo 5% del valore della lite.

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Ma secondo il Fatto i giochi non sono ancora chiusi, e un ricorso a Strasburgo contro la validità della legge potrebbe annullare la soluzione.