Assange: «Presto nuovi documenti su Wikileaks, anche su BP»
La pubblicità ottenuta ha incentivato molte fonti a fornire nuovi documenti segreti: dalla Casa Bianca lo "implorano" di fermarsi
Nonostante le critiche ricevute dal Pentagono e dall’amministrazione Obama, e le indagini in corso delle autorità statunitensi, entro poche settimane WikiLeaks potrebbe pubblicare online una nuova serie di documenti riservati. Lo ha detto Julien Assange, intervistato ieri sulla NBC americana. Il nuovo materiale interessa ancora l’esercito americano, ma non solo.
Oltre a una serie di rapporti che dimostrerebbero casi di abusi, anche sessuali, tra le fila dell’esercito, ci sarebbero alcuni documenti legati al disastro della piattaforma petrolifera della BP nel golfo della Louisiana. Il nuovo materiale è stato passato a WikiLeaks da alcune fonti anonime, rimaste molto colpite dalla recente diffusione dei documenti riservati sulla guerra in Afghanistan. La pubblicità ottenuta in questa settimana da Wikileaks avrebbe incentivato molti “whistleblowers”, come sono definiti in inglese le fonti interne di illeciti (“suonatori del fischietto”, letteralmente).
Sempre alla NBC, i portavoce della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato si sono detti preoccupati che Wikileaks possa diffondere altri documenti sensibili e hanno “implorato” Assange di non renderli pubblici. Le autorità americane si sono dette convinte che nell’insieme dei documenti che conteneva quelli pubblicati una settimana fa ce ne siano altri che «potrebbero mettere a rischio gli sforzi diplomatici con Pakistan e Afghanistan». Gli stessi portavoce hanno affermato di aver cercato di avviare una comunicazione con Assange, ma invano.
Secondo ll portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, risulta che i talebani stiano analizzando i documenti pubblicati per individuare collaboratori dei militari USA “da punire”.
«Possiamo solo implorare la persona che è in possesso di questi documenti top secret di non pubblicarne altri. Penso sia importante che non sia fatto altro danno alla nostra sicurezza nazionale»
Intanto, lo scorso giovedì l’ammiraglio Michael Mullen, il Capo di Stato Maggiore Congiunto delle forze armate statunitensi, aveva preso la parola durante una conferenza stampa al Pentagono e criticato duramente la diffusione degli oltre novantamila documenti riservati sulla guerra in Afghanistan da parte di WikiLeaks. Secondo l’ufficiale, l’organizzazione coordinata da Julian Assange «potrebbe già avere sulle proprie mani il sangue di qualche giovane soldato o quello di una famiglia afghana», perché la diffusione dei documenti sembra essere destinata a compromettere seriamente la sicurezza degli informatori e di alcune operazioni militari al fronte.
Assange è stato accusato di aver messo a rischio l’incolumità di numerosi informatori dell’esercito, facilmente identificabili attraverso la lettura dei dispacci e delle altre comunicazioni interne tra i comandi e i soldati. Il responsabile di WikiLeaks respinge le accuse al mittente, accusando i responsabili dell’esercito di aver utilizzato un sistema per le comunicazioni riservate poco sicuro e facilmente accessibile da soggetti esterni: «Le informazioni pubblicate da WikiLeaks erano a disposizione di ogni componente dell’esercito statunitense e di ogni contractor, non solo in Afghanistan, ma in tutto il mondo. L’esercito ha agito in maniera vergognosa e con scarsa attenzione».
Le critiche di Assange al sistema sono in effetti fondate e il Pentagono si è ripromesso di migliorare la gestione delle informazioni riservate entro breve. I documenti sono diventati più esposti ad occhi indiscreti in seguito alla decisione di renderli rapidamente disponibili agli ufficiali impegnati nelle aree di guerra per ragioni tattiche. Le procedure saranno comunque riviste per ridurre il numero dei passaggi delle informazioni e rendere il sistema di comunicazione più sicuro.
Assange dice poi di non aver diffuso documenti contenente informazioni esplicite sugli informatori, ma una ricerca svolta sul materiale disponibile su WikiLeaks da parte di NBC News sembra dimostrare il contrario:
Un esempio riguarda un rapporto dell’intelligence datato 21 ottobre 2009 dove si afferma che “(nome rimosso da NBC) è diventato un NDS” – un riferimento al servizio di intelligence interno dell’Afghanistan – e che un’unità dell’esercito statunitense “sta attualmente lavorando con l’OGA per ottenere l’autorizzazione per nuove azioni” (OGA è la sigla che sta per “Other Government Agency”, un modo comune per riferirsi alla CIA).
NBC News segnala che alcuni altri rapporti descrivono degli incontri tra le truppe USA e ufficiali afghani,identificati con nome e cognome nei documenti diffusi da WikiLeaks. Questi ufficiali offrono informazioni preziose, che potrebbero costare loro la vita nel caso in cui venissero identificati dal nemico. Assange si è detto disponibile a valutare i singoli casi in cui potrebbe essere opportuna la rimozione di un nome o di un documento pubblicato su WikiLeaks, ma difende comunque la possibilità di poter accedere liberamente a tutto il materiale pubblicato sulla guerra in Afghanistan.
Esercito e FBI indagano da settimane per capire quali possano essere le principali fonti di WikiLeaks. L’unica persona al momento trattenuta continua a essere Bradley Manning, l’analista 22enne dell’intelligence sospettato di aver passato il video dell’azione militare statunitense a Baghdad che a causa di un grave errore di valutazione dei soldati ha portato all’uccisione di tre persone e al ferimento di diversi civili. Gli investigatori sospettano che parte del materiale sull’Afghanistan sia stato passato a WikiLeaks dallo stesso Manning, trasferito l’altroieri dal Kuwait alla base dei Marine di Quantico (Virginia) dove sarà nuovamente interrogato.