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  • Venerdì 16 luglio 2010

Un gruppo sunnita rivendica l’attentato in Iran

Oltre venti persone sono morte e almeno un centinaio sono state ferite nell'attentato suicida di ieri in Iran

This picture released by Iran's official IRNA news agency shows the scene of the bomb blast in the city of Zahedan, 940 miles (1570 kilometers) southeast of the capital Tehran, Iran, Thursday, July 15, 2010. Twin bombings killed at least 20 people outside a mosque in southeastern Iran on Thursday _ including members of the powerful Revolutionary Guard _ in attacks that came less than a month after Iran hanged the leader of a militant insurgent group in the region. (AP Photo/Islamic Republic News Agency, IRNA)
This picture released by Iran's official IRNA news agency shows the scene of the bomb blast in the city of Zahedan, 940 miles (1570 kilometers) southeast of the capital Tehran, Iran, Thursday, July 15, 2010. Twin bombings killed at least 20 people outside a mosque in southeastern Iran on Thursday _ including members of the powerful Revolutionary Guard _ in attacks that came less than a month after Iran hanged the leader of a militant insurgent group in the region. (AP Photo/Islamic Republic News Agency, IRNA)

Ventuno persone sono morte e almeno un centinaio sono state ferite ieri in Iran nell’attentato suicida avvenuto nella Grande Moschea di Zahedan, capitale della provincia di Sistan-Baluchestan al confine col Pakistan. Le due esplosioni sono arrivate nel momento in cui molti fedeli si erano riuniti nella moschea per le preghiere.

Il gruppo sunnita Jundullah ha rivendicato l’attentato con un’email in cui dice di avere voluto vendicare la recente esecuzione di uno dei suoi leader. Il gruppo ha anche minacciato di compiere altri attentati e ha dichiarato che sta combattendo per i diritti della minoranza sunnita del paese, accusando di persecuzione il governo iraniano a dominanza sciita. L’obiettivo dell’attacco erano i fedeli sciiti e le guardie rivoluzionarie iraniane, che si erano riunite nella moschea nel giorno in cui si celebra la nascita dell’Imam Hussein, nipote di Maometto, e la Guardia Rivoluzionaria.
Le esplosioni sono avvenute a distanza molto ravvicinata. Un uomo vestito con abiti da donna ha cercato di entrare nella moschea appena dopo la prima esplosione, ma è stato fermato all’ingresso. E quando le persone sono iniziate ad arrivare per soccorrere i primi feriti si è fatto esplodere a sua volta.

A giugno il leader del gruppo Jundullah era stato impiccato perché accusato di violenze contro civili, rapina a mano armata e propaganda contro il governo. Suo fratello più giovane, Abdulhamid, era stato a sua volta ucciso a maggio dopo essere stato catturato in Pakistan.

“Condanno gli attacchi terroristi che hanno colpito gli iraniani nella moschea di Zahedan”, ha detto in un comunicato il segretario di stato americano Hillary Clinton: “gli Stati uniti sono vicini alle famiglie delle vittime e dei feriti”. Poi ha ricordato la necessità della comunità internazionale di lavorare insieme per combattere le organizzazioni terroriste di tutto il mondo. Nella provincia iraniana di Sistan-Baluchestan le tensioni etniche e religiose tra sunniti e sciiti sono molto forti e le autorità finora hanno risposto agli attacchi dei ribelli sunniti con continue esecuzioni.