Tre uomini e una donna al comando: ma di che?

Nel sondaggio dell'Espresso sul futuro leader del PD, per quel che vale, dominano in quattro: ma il primo è il più vecchio

I sondaggi sono ingannevoli, si sa. I sondaggi online, poi, sono doppiamente ingannevoli. Anzi, triplamente. Non solo non hanno nessuna base statistica scientifica: vota chi passa di lì, e spesso anche due volte, e poi si fanno i conti. Ma il campione di partenza è assolutamente non rappresentativo: gente che va su internet, gente che va su quel sito lì, gente che risponde ai sondaggi. Quando si tratta di gare personali, infine – si tratti di cantanti o politici – tutto si risolve in competizioni tra supporter a chi clicca di più.

Detto tutto questo, il sondaggio online dell’Espresso su chi sarà il leader del PD tra cinque anni vale comunque la pena di essere guardato (non è di questa opinione uno dei candidati, Matteo Orfini): per sapere chi vince la competizione a chi clicca di più, per lo meno. Per sapere che c’è un gruppetto di candidati di forze quasi equivalenti (e tre di loro – Serracchiani, Renzi, Civati – alleati e non rivali finora), e per sapere che quello più avanti a tutti nelle speranze di “ricambio generazionale” è il più anziano del gruppo e ha quasi cinquantadue anni (e non è del PD): perché alla fine la visibilità acquisita conta anche tra i meno visibili (la classifica corrisponde, a guardarla bene, alla quantità di apparizioni televisive). E infine, per fingere che ci sia un dibattito su una nuova leadership nel Partito Democratico.

Risultati alle 9 del mattino di lunedì 17 maggio:

Nichi Vendola 7399 voti

Matteo Renzi 7350 voti

Debora Serracchiani 7173 voti

Giuseppe Civati 6878 voti

Matteo Orfini 4240 voti