• Mondo
  • Martedì 13 aprile 2010

In Ungheria solo la destra fa argine al centrodestra

"A nessun partito di estremisti sarà consentito di ignorare la legge e l'ordine in questo paese" dice il prossimo premier Orban

“A nessun partito di estremisti sarà consentito di ignorare la legge e l’ordine in questo paese. La democrazia in Ungheria è forte abbastanza per sapersi difendere”. Questo il commento di Viktor Orban, leader del partito di centrodestra Fidesz che ha vinto le elezioni domenica, sulle manifestazioni dei radicali di destra che hanno celebrato il 15% ottenuto dal loro partito Jobbik.

«La nostra patria è come un paese ferito, come un malato cui finora i medici, i partiti tradizionali, non hanno saputo proporre nessuna buona cura. Ma adesso ci siamo noi», dice il leader di Jobbik Gabor Vona. Le sue parole sono citate su Repubblica da Andrea Tarquini, che racconta di comizi affollati di “giovani con le teste rasate, ragazzoni e donne muscolose con l’uniforme nera della “Nuova guardia magiara”, la milizia vicina al partito, ma anche coppiette chic e famiglie con i bambini in carrozzina”. Jobbik è diventato il terzo partito ungherese.

«Vogliamo uno Stato robusto, giustizia e sicurezza per gli ungheresi, per far tornare a sentire gli ungheresi a casa loro. Vogliamo un popolo ungherese che torni fiero delle sue tradizioni, basta con chi lo vuol far sentire frustrato e “loser” per il passato. Diciamolo chiaro, certi discorsi sulle pretese responsabilità sull’Olocausto ce li sentiamo ripetere da sessant’anni, e da sessant’anni dura la crisi nazionale»

I conservatori di Fidesz hanno vinto le elezioni con il 52,7% dei voti, facendo crollare i socialisti finora al governo al 19,3%. Adesso si aspetta il secondo turno del 25 aprile – con i ballottaggi sui collegi uninominali dove nessuno ha ottenuto la maggioranza al primo turno – dopo il quale Fidesz potrebbe ottenere persino i due terzi dei seggi parlamentari, e il governo – che sarà guidato da Orban, già primo ministro tra il 1998 e il 2002 – avrebbe così mano libera sulle riforme costituzionali.