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  • Domenica 12 febbraio 2017

Anche l’estrema destra americana prende spunto da Julius Evola?

Un giornalista del New York Times si è accorto che il filosofo italiano è conosciuto e citato sia da Steve Bannon, controverso consigliere di Trump, sia dai suprematisti bianchi

Julius Evola (YouTube)
Julius Evola (YouTube)

Il giornalista del New York Times Jason Horowitz ha raccontato in un articolo di aver trovato, in un video del 2014, un momento in cui Steve Bannon – scelto da Donald Trump come suo consigliere speciale e chief strategist – cita Julius Evola, un filosofo, scrittore e artista italiano piuttosto noto per i suoi legami col fascismo, e già ispiratore di molti intellettuali di estrema destra. Bannon ha 64 anni, è l’ex capo del sito di estrema destra Breitbart Newsed è stato spesso accusato (così come il sito) di essere vicino a posizioni antisemite, razziste ed estremiste. Bannon è noto da tempo per leggere molto, ma negli Stati Uniti si sono piuttosto stupiti che conosca e citi un personaggio così controverso anche in Italia, e legato a un regime dittatoriale.

Horowitz ha scritto che Bannon citò Evola parlando via Skype a una conferenza che si stava tenendo in Vaticano, all’interno di un discorso (qui riportato per intero) in cui parlò di capitalismo, Islam e populismo. Nell’ambito di un discorso più ampio sul presidente russo Vladimir Putin – che Trump ha detto più volte di ammirare, con grandi perplessità dell’intera classe politica americana –  Bannon disse che Evola era uno degli «autori del primo Novecento che facevano parte del cosiddetto movimento tradizionalista, che alla fine divenne per metastasi il fascismo italiano».

Il New York Times ha definito Evola un «filosofo esoterico» e un «pensatore associato al nazismo» e ha spiegato che nonostante quella frase non fosse stato notata ai tempi (anche perché Bannon aveva allora un ruolo meno rilevante rispetto a ora) è significativo già solo il fatto che conoscesse Evola.

In realtà Evola, che morì a 76 anni nel 1974, in Italia è molto noto, soprattutto nei circoli paragonabili a quelli che frequenta Bannon: si occupò e scrisse di cose molto diverse tra loro – dalle religioni orientali, all’alchimia, passando per il sesso – ma si fece notare soprattutto per le sue idee relative al tradizionalismo; un principio radicale secondo il quale il progresso e un certo tipo di uguaglianza sono dannosi. Evola, ad esempio, teorizzava anche l’esistenza di alcune “razze” umane inferiori, che di conseguenza devono essere trattate come tali dal resto dell’umanità. Nel corso del Novecento Evola prima si avvicinò e poi si allontanò dal fascismo, per ritrovarsi infine nelle idee del nazismo: negli anni del Dopoguerra fu ripreso come uno dei principali pensatori d’ispirazione dei movimenti neo-fascisti. Il New York Times fa notare come ancora oggi Alba Dorata, il partito greco di estrema destra, inserisca Evola tra i suoi autori di riferimento; e il leader di Jobbik, il partito ungherese di estrema destra, ha scritto l’introduzione a uno dei libri di Evola. Ovviamente anche Forza Nuova, il principale movimento neofascista italiano, tiene in grande considerazione Evola.

Bannon non è l’unico politico americano a conoscere e citare Evola, che è apprezzato anche da alcuni importanti esponenti della cosiddetta alt-right (una frangia dell’estrema destra americana composta anche da nazionalisti e neonazisti): uno di loro, Richard Spencer – che pochi giorni dopo l’elezione di Trump ha organizzato una conferenza celebrativa a Washington in cui si sono sentiti degli “Hail Trump” – ha detto che «Julius Evola è una delle persone più interessanti del Ventesimo secolo». Spencer ha detto che «è molto importante» che Bannon conosca Evola e altri pensatori tradizionalisti. «Anche se non li ha del tutto assorbiti e non è stato così cambiato da loro, è comunque aperto nei loro confronti. Almeno ha riconosciuto la loro esistenza. È una evidente differenza rispetto al movimento conservatore statunitense, che non li conosceva o ha cercato di non parlare di loro». Anche secondo Gianfranco De Turris, uno studioso italiano biografo di Evola, «È la prima volta che il consulente di un presidente statunitense conosce Evola». Il New York Times ha scritto che Bannon si è rifiutato di commentare l’articolo.

C’è un’altra prova del fatto che Evola sia tenuto in considerazione dal circolo di Bannon: in un articolo di Breitbart dello scorso marzo – “An Establishment Conservative’s Guide to the Alt-Right” – Evola viene citato come uno dei pensatori in cui è possibile trovare “le origini dell’alt-right“: il co-autore di quell’articolo è Milo Yiannopoulos, giornalista e opinionista molto di destra con un vasto seguito online, soprattutto fra i sostenitori di Trump (che di recente lo ha difeso quando l’università di Berkeley ha cancellato una conferenza a cui avrebbe partecipato).