Il crollo di Bitcoin

La moneta virtuale ha perso in poche ore più di metà del suo valore in mezzo a brusche oscillazioni: che cosa c'è che non va (un indizio: c'entrano le banche centrali)

Bitcoin, la “moneta virtuale” che si può utilizzare su internet e persino in alcuni negozi per comprare beni e servizi, è crollata perdendo il 50% del suo valore in pochi giorni. Bitcoin aveva raggiunto il suo massimo storico mercoledì scorso quando, intorno alle 13 orario americano, un Bitcoin valeva 266 dollari. In poche ore è crollato a 120 dollari. Nei giorni successivi il valore è sceso ancora: venerdì sera un Bitcoin valeva 54 dollari. Sabato 13 aprile ha subito un’ulteriore e improvvisa impennata, toccando nuovamente i 100 dollari, un valore su cui oggi sembra restare stabile.

La bolla di Bitcoin
Quella di Bitcoin è stata una bolla che è esplosa e si è consumata nel giro di poche settimane, invece che mesi o anni. «Non succede tutti i giorni di poter vedere l’esplosione di una bolla in tempo reale comodamente seduti davanti a uno schermo», ha scritto il Financial Times in questi giorni. Bitcoin è nato nel 2009 e per gran parte della sua storia è stato piuttosto noioso. A parte un picco circa a metà del 2011 che lo portò a valere 30 dollari, per la maggior parte degli ultimi quattro anni scambiava intorno ai 10 dollari. Bitcoin, come scrive The Atlantic, «era il territorio di hacker libertari e di più o meno nessun altro».

Nei primi mesi del 2013 qualcosa cominciò a cambiare. Il valore del Bitcoin prima raddoppiò, poi triplicò e infine quadruplicò nello spazio di poche settimane. In parte questa esplosione poteva essere spiegata dal numero crescente di siti di compagnie e aziende che accettavano pagamenti in Bitcoin (comprese alcune voci che persino la banca d’affari Goldman Sachs avesse cominciato a effettuare alcune operazioni in Bitcoin).

Ma questa spiegazione non era sufficiente per il picco raggiunto da Bitcoin nel corso di marzo e soprattutto nei primi giorni di aprile. In soli sette giorni, dal 3 al 7 aprile, Bitcoin passò da 120 a 240 dollari raddoppiando il suo valore. Alcuni hanno ipotizzato che la spiegazione possa essere la crisi di Cipro e il prelievo forzoso dai conti correnti. Bitcoin è una moneta cifrata e criptata e le transazioni sono completamente non tracciabili. Per questo motivo molte persone avrebbero pensato di convertire parte dei loro risparmi in Bitcoin in modo da metterli al sicuro.

Quello che è accaduto in questi giorni è che molti investitori, arrivati probabilmente da poco nel mercato dei Bitcoin, hanno deciso “incassare” i loro guadagni. Chi aveva comprato Bitcoin nei giorni in cui valeva 50 o 100 dollari, ha venduto una volta raggiunto il picco dei 266 dollari. Bitcoin ha cominciato a diminuire di valore, creando una spirale di vendite che è rapidamente diventata una valanga, portando al minimo il valore della moneta.

A questo punto chi aveva ancora dei Bitcoin ha preferito conservarli, con la speranza che tornassero a salire, mentre qualcun altro ha pensato che fosse stato toccato il fondo ed è quindi ritornato a comprare. Queste due spinte hanno, probabilmente, riportato il Bitcoin intorno ai 100 dollari.

Bitcoin è una moneta?
La lezione da trarre da questi giornate di incredibili oscillazioni è che probabilmente Bitcoin non è una moneta, o almeno non lo è ancora. Per essere utile come mezzo di scambio una moneta deve avere un valore stabile o almeno che cambi in maniera più o meno prevedibile. Tutti noi sappiamo quante cose possiamo comprare con un euro oggi e possiamo prevedere che domani compreremo le stesse cose per la stessa cifra. Forse l’anno prossimo ne potremo comprare un po’ di meno, a causa dell’inflazione, ma questo è un cambiamento prevedibile e al quale ci possiamo adattare.

Nessuno sa quanto varrà un Bitcoin domani. Il valore del dollaro e dell’euro oscilla in un anno di qualche punto percentuale. Quello di Bitcoin ha oscillato in pochi giorni di centinaia di punti percentuale. È difficile immaginare qualcuno che sia disposto ad accettare pagamenti in una moneta che potrebbe perdere in poche ore metà del suo valore. A Bitcoin non servirebbe neppure avere un valore costantemente in aumento – e vedremo tra poco perché. L’unica cosa che dovrebbe fare è riuscire ad avere un valore stabile, ma proprio per come è stata costruita questo sembra impossibile.

Bitcoin nacque come moneta in opposizione alla moneta creata, stampata e gestita dalle banche centrali. L’ideologia del gruppo di persone che si nascondeva dietro il nome di “Satoshi Nakamoto” era anarchica e libertaria, impregnata di sfiducia nei confronti dei governi. Per questo motivo, come avevamo spiegato qualche giorno fa, il Bitcoin è una moneta svincolata da qualunque intervento umano: non c’è un governatore o un controllore che stabilisce se aumentare o abbassare la quantità di Bitcoin in circolo.

I Bitcoin aumentano in maniera lenta e automatica grazie a un complicato algoritmo e non cresceranno all’infinito: intorno al 2040 raggiungeranno la quantità massima e smetteranno di aumentare (naturalmente questa è la situazione attuale: nulla vieta che un giorno, un nuovo “Satoshi Nakamoto” cambi l’algoritmo e assuma la funzione pratica di “governatore della banca centrale di Bitcoin”).

Qui cominciano i problemi. Il primo si chiama “deflazione”. In un economia dove la quantità di moneta è fissa, ma in cui crescono le cose che si possono comprare, il valore della moneta aumenta, cioè con la stessa quantità di moneta oggi posso comprarmi più cose di ieri. Ma allora perché spendere i miei soldi oggi se domani potrò comprarmi ancora più cose? In un’economia colpita da deflazione la gente tenderà ad accumulare il denaro invece che spenderlo e questo causa una diminuzione dei consumi e in generale delle attività economiche (è un problema che l’economia giapponese ha conosciuto per molti anni).

A questo punto, in un’economia normale entra in gioco la banca centrale che comincia a stampare moneta, riportando le cose in ordine. Ma non esiste una banca centrale dei Bitcoin che possa intervenire per accompagnare la crescita degli scambi economici in Bitcoin con un aumento dei Bitcoin in circolazione. Fino a che questo o altri meccanismi simili non saranno introdotti, è difficile pensare che Bitcoin possa diventare qualcosa di più che una curiosità tecnologica.