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In guerra a volte si legge di più

«Tra i titoli di maggiore successo in Gran Bretagna nei primi mesi della Seconda guerra mondiale c’era il libro scritto da una filosofa oggi dimenticata, ma che bisognerebbe ricordare: Susan Stebbing. All’uscita, nel 1939, "Thinking to Some Purpose" era stato ignorato. Divenne un bestseller in poco tempo perché sembrò particolarmente adatto per affrontare quello che stava accadendo. Secondo l’autrice per difendere la democrazia in Europa bisognava imparare a pensare in modo chiaro»

In guerra a volte si legge di più

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«Quando iniziano le vacanze ci convinciamo che in un periodo di venti giorni bisogna effettuare letture mirate, selezionate, efficaci, soddisfacenti, nostre, più che in ogni altro momento dell’anno. Dobbiamo godere, come se fosse facile farlo con i libri. Di più, dobbiamo rimediare: in quelle due-tre settimane contiamo generalmente di finire una buona volta "Guerra e pace", leggere i diari di Sylvia Plath, un paio di Bolaño, Marina Cvetaeva ritradotta da Serena Vitale, tre scrittrici irlandesi da tenere d’occhio, quattro gialli e il capolavoro inedito di un cugino. E va bene che d’estate il tempo si dilata, ma c’è un limite»

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