Quanta indignazione per quegli account cancellati

La chiusura da parte di Facebook e Instagram degli account di Casapound e Forza Nuova ha provocato, tra l’indifferenza generale, la reazione sdegnata di alcuni. Si sono indignati esponenti di destra come Marcello Veneziani e Vittorio Feltri ma anche di sinistra come Piero Sansonetti che già era stato parecchio contestato in passato perché aveva accettato l’invito a qualche dibattito di Casapound.

Poi ieri Mattia Feltri sulla Stampa si è espresso piuttosto duramente nella sua rubrica. Il titolo era Fascisti che non ti aspetti. Dice Feltri: “Anzitutto è ignota la colpa specifica di CasaPound e Forza Nuova, se non quella generica di avere «diffuso l’odio», capo d’imputazione accettabile forse nei tribunali di Stalin e applicabile, ben oltre l’ estrema destra, a metà della popolazione attiva online”. E continua: “Si coglie, stavolta lampante, il paradosso di Facebook e Instagram, aziende private – ormai evolute a servizio pubblico per l’ uso quotidiano di partiti, sindacati, associazioni – che dichiarano inaccettabili pagine espressione di consiglieri comunali, dunque accettabili per la Repubblica”.

Ora, io non so se Mattia Feltri si sia mai fatto un giro sulle pagine che fanno riferimento a Casapound e Forza Nuova. Che l’abbia fatto o meno potrebbe spiegarmi perché mai Facebook, azienda privata, dovrebbe farsi scrupolo di cancellare account dove si organizzano le “camminate della sicurezza” (è Forza Nuova) e cioè ronde notturne che hanno lo scopo di sostituirsi alle forze dell’ordine per ripristinare l’ordine, il loro ordine. Oppure dove si propone, per gli immigrati, con una certa ironia, “l’umano rimpatrio”. Umano. Più in generale non si capisce perché non dovrebbe essere chiuso l’account di chi esalta Mussolini come più grande statista della storia d’Italia o vanta gesta coraggiose come l’aver impedito a bambini di un campo rom di raggiungere la propria scuola. Perché ci si indigna per la chiusura di account che fanno capo a organizzazioni che negli ultimi anni hanno avuto decine di denunce per violenze a aggressioni?

Conclude Mattia Feltri: “Sulla legge dello Stato troneggia una legge privata, opaca e sovranazionale con cui si separano i giusti dagli ingiusti: se ne sono viste poche di robe più fasciste”. Essendo un’azienda privata, Facebook fa appunto ciò che vuole. E se trova indegne quelle pagine, come le trovano in tanti, fa bene a cancellarle. Se sul muro di casa mia trovo una scritta fascista o razzista, io la cancello. E perché non dovrei farlo? Quanto al riferimento alle legge della Repubblica, be’, quelle ci sarebbero pure e impediscono la ricostituzione del partito fascista, l’apologia di fascismo, l’incitamento all’odio razziale. Ma evidentemente in tanti non se lo ricordano più.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.