Carelli, the man

Mentre aspettiamo la resa dei conti elettorale dei ballottaggi e di scoprire se per esempio a Milano davvero si chiuderà un’epoca o verranno stroncate le risorte passioni e speranze degli elettori del centrosinistra, torniamo un momento sull’episodio finale e memorabile di quella campagna elettorale. Quella manciata di secondi del confronto tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia in cui lei lo ha accusato di una cosa di cui lui era innocente ed era stato assolto, e lui stava per ribattere quando il conduttore ha dichiarato esaurito il tempo previsto e ha chiuso la trasmissione.
Emilio Carelli, il vero protagonista. Quello che il giorno dopo tutti a dirgli, più o meno garbatamente, che era stato eccessivamente pignolo e che avrebbe dovuto esercitare con più attenzione per gli ospiti, il tema, e gli spettatori, il suo ruolo di giornalista. Che avrebbe dovuto dare a Pisapia il tempo di rispondere e dire come stavano le cose. Carelli non lo ha fatto.
E così non facendo, Carelli ha separato i due avversari in un clima sospeso di tensione, senza stretta di mano, con reazioni a catena immediatamente successive. E Pisapia che diramava comunicati e indignazione, e poi prove a suo favore, e tutti i media che riprendevano quel finale, e la vigliaccata contro Pisapia rimasta lì in sospeso nella testa di tutti, e il sindaco Moratti accusata e sgridata da quasi tutti, persino dai suoi alleati.
E poi è diventato un tormentone, e poi Pisapia ha stravinto il primo turno e tutti a dare la colpa a quella vigliaccata in onda. E ora vediamo come va. Potrebbero essere le elezioni di Emilio Carelli.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).