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Oggi Riccardo Luna ha annunciato che smette il mese prossimo di fare il direttore di Wired italiano, che ha pensato, creato e diretto per più di due anni, introducendolo nel mercato dei giornali e in un pezzo della cultura di questo paese e facendoci cose molto buone non solo sulle pagine del giornale. È scontato dire che quello che ha fatto ha avuto affinità e ambizioni simili a quello che fino a oggi ha cercato di fare questo blog, così come anche il Post: perché Riccardo mi ha spesso generosamente coinvolto in molto del suo progetto e delle sue idee successive e ne ho raccolto tutto quello che potevo. Cosa ne pensi io è presto detto: non ho mai visto nessuno impossessarsi di una cosa per lui così nuova in così poco tempo e diventarne protagonista. Di quello che faticosamente cerca di diventare l’innovazione italiana, Wired e Riccardo sono un bel pezzo, una cosa che prima non c’era. Lui invece oggi mi ha scritto questa mail, e gli ho chiesto permesso di pubblicarla qui.

Caro Luca
Lasciando Wired oggi ti ho mandato un tweet che ti cita due volte. Le cose cambiano, come mi dici sempre tu. E Noi siamo i buoni vediamo di dimostrarlo, che invece non è una tua frase ma il pensiero apocrifo di Friedman su cui poggi il tuo bel libro, Un grande Paese. È buffo, anche perché quando mi hanno affidato l’incarico di progettare Wired tu sei stata la prima persona a cui mi sono rivolto. Era stato il comune amico Giovanni De Mauro ad indirizzarmi da te come sai. Lui fa un giornale fantastico e non esattamente commerciale che si chiama Internazionale, e io tremavo all’idea di portare in Italia quella cosa mitica che si chiama Wired. Vai da Luca, mi disse. E oggi quelle due frasi Made in Sofri sono il senso di questa roba qui per cui mi ritrovo trending topic su twitter e leggo un fiume di messaggi e capisco che questi tre anni non solo sono stati bellissimi, ma sono stati utili a tanti. Ecco, io adesso, vorrei continuare a fare cose utili, utili a questo paese. A cambiare questo paese liberando le energie e i talenti che ho incontrato e quelli che devo ancora incontrare. Come e dove lo faro non lo so. Intanto ho davanti cinque settimane di Wired, le mie ultime cinque settimane. I numeri di giugno e di luglio. E se mi conosci sai che fino all’ultimo secondo proverò a cercare e a raccontare lì “storie idee e persone che cambiano il mondo”. Conosci Liam Brady? Era un calciatore della Juve, guarda la sua storia se hai tempo, il modo in cui è uscito di scena. Gli dedico i miei prossimi giorni.

E che, non conosco Liam Brady?


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).