Le tette sono morte. Viva le tette.

Aggiornamento del 23 gennaio: Il Sun ha pubblicato su Twitter la nuova pagina 3 della prossima edizione. Pagina 3 esiste, non è stata abolita e la foto è accompagnata dalle scuse «a nome dei giornalisti della carta stampata e della televisione che hanno passato gli ultimi due giorni a occuparsi e a scrivere di noi». “Le tette non sono mai morte. Viva le tette”.

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Senza molte spiegazioni e dopo quasi 45 anni, il tabloid britannico Sun ha deciso di abbandonare la “tradizione” di pubblicare immagini di donne nude sulla terza pagina del giornale. Non ci sono molte altre notizie a riguardo. Si sa che c’è una petizione di successo che va avanti dal 2012 e che ci sono state molte proteste contro questa pratica sessista che l’ex direttore del giornale Dominic Mohane aveva definito «un’innocua istituzione britannica». Il Guardian, tra gli altri, nel dare la notizia, cita un dirigente della società editrice dicendo che la decisione sarebbe stata presa direttamente dal proprietario del giornale, Rupert Murdoch. Effettivamente Murdoch, negli scorsi mesi su Twitter, aveva preso una specie di posizione sulle donne nude a “pagina 3”. Aveva detto che si trattava di una cosa ormai sorpassata anche se piaceva ai lettori e che forse le donne sarebbero state più attraenti vestite con abiti alla moda invece che nude.

 

Se sono queste le argomentazioni (visto che sono anche le uniche), allora non credo sia una buonissima notizia. “Pagina 3” continuerà a essere “dedicata” a donne attraenti, anche se parzialmente vestite. Sostituire delle donne in topless con delle donne in reggiseno non dimostra una grande presa di coscienza, non dimostra che gli uomini rispettano di più le donne né che le femministe abbiano vinto e concluso una giusta battaglia. Non sono certo un paio di tette il problema, ma l’oggettivazione del corpo femminile, la rappresentazione sessista delle donne nei media in generale e il fatto che il sessismo quotidiano non è certo “solo un po’ di divertimento”. A questo va aggiunto il fatto che, sempre a quanto si sa, le immagini delle donne nude tradizionalmente a “pagina 3” saranno accessibili gratuitamente on-line. L’unica buona notizia in tutta questa storia è la testimonianza della forza che possono avere le azioni collettive femministe e che cambiare si può. La strada è lunga, avanti così.

 

Giulia Siviero

Per ogni donna che lavora ci vorrebbe una moglie. Sono femminista e lavoro al Post. Su Twitter sono @glsiviero.