Il governo cinese ha censurato Winnie Pooh

Il governo cinese ha censurato Winnie Pooh

Negli ultimi due giorni in Cina è diventato praticamente impossibile pubblicare sui social network nome e foto di Winnie Pooh, l’orso protagonista dei libri per ragazzi scritti da A. A. Milne e illustrati da E. H. Shepard. Il Financial Times ha scritto che i post con il nome dell’orso sono stati censurati su Sina Weibo, la piattaforma cinese simile al nostro Twitter, e le gif animate che lo ritraggono disponibili su WeChat, simile al nostro WhatsApp, sono state rimosse. Il governo cinese non ha dato alcuna spiegazione, ma alcuni osservatori hanno detto che la censura potrebbe essere stata imposta per evitare che l’immagine di Winnie Pooh venisse usata per prendere in giro il presidente cinese Xi Jinping, una cosa già successa in passato. Per esempio nel 2013 circolò molto un’immagine che mostrava Xi Jinping e Barack Obama accostati a Winnie Pooh e Tigro.

Il governo cinese esercita una censura molto rigida sull’informazione, anche se negli ultimi anni l’ampio utilizzo dei VPN ha permesso a molte persone di usare un po’ più liberamente la rete, inclusi i social network.

Billions and billions and billions and billions and billions and billions and…

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, usa frasi semplici e poche parole durante le sue conferenze stampa, interviste e comizi. Ad alcune è molto affezionato come “tremendous” (“eccezionale”), “huge” (“grandissimo”), “sad” (“triste”), “fake news” (“notizie false”) e “billions” (“miliardi”). Vice News ha montato un video in cui sono mostrate le decine di volte in cui Trump ha usato la parola “billions” e l’effetto è piuttosto ipnotico.

Se non vi siete stufati, c’è il bonus CIAINA.

La foto di Maryam Mirzakhani sui giornali iraniani, senza lo hijab

La foto di Maryam Mirzakhani sui giornali iraniani, senza lo hijab

Ieri mattina quasi tutti i principali giornali iraniani avevano in prima pagina la notizia della morte della matematica iraniana Maryam Mirzakhani, la prima donna a vincere la medaglia Fields, il più importante riconoscimento mondiale per la matematica. Mirzakhani è morta a 40 anni in un ospedale della California a causa di un cancro al seno. Molti giornali iraniani hanno pubblicato la foto del suo viso senza velo, una cosa molto inusuale in un paese nel quale le donne sono obbligate per legge a coprirsi il capo. Il quotidiano Hamshahri, per esempio, aveva in prima pagina il mezzo busto di Mirzakhani senza lo hijab e lo stesso presidente iraniano Hassan Rouhani, che appartiene allo schieramento dei moderati, ha ritwittato una foto che mostra Mirzakhani con e senza velo.

Da molto tempo Mirzakhani viveva e lavorava all’estero: dopo essersi laureata a Teheran, la capitale dell’Iran, Mirzakhani aveva fatto un dottorato ad Harvard, poi aveva insegnato a Princeton e a Stanford, negli Stati Uniti.

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