Il videomessaggio ai parlamentari sul fine vita di Laura Santi, morta con suicidio assistito

È stato pubblicato un video della giornalista Laura Santi, morta lunedì dopo aver fatto ricorso al suicidio assistito in Umbria, in cui si rivolge ai parlamentari italiani. Nel video parla della sua condizione, del percorso per accedere al suicidio assistito (la pratica con cui a determinate condizioni ci si autosomministra un farmaco letale) e soprattutto chiede ai parlamentari di respingere il disegno di legge attualmente in discussione in parlamento sul “fine vita”, come viene definito l’insieme delle scelte che riguardano la morte e il periodo che la precede.
Santi ha detto di essere stata malata di sclerosi multipla per 29 anni, e che negli ultimi anni la sua malattia era passata a una forma aggressiva che le aveva causato problemi gravissimi al sistema nervoso, fra cui la paralisi quasi completa. Santi racconta nel dettaglio la sua quotidianità e la necessità di assistenza da parte del marito e delle sue assistenti mediche. Questa forma di sclerosi multipla causa sintomi progressivamente più gravi e non è curabile.
Chiede poi ai parlamentari di riconsiderare il disegno di legge sul fine vita, criticandolo duramente. Secondo Santi la legge non sarebbe salvabile neanche emendandola, per vari motivi, fra cui la scarsa inclusione della comunità scientifica nella sua discussione, la creazione di una commissione etica nazionale al posto di quelle regionali attuali per valutare le richieste, il prolungamento delle tempistiche per accedere al suicidio assistito, il requisito che chi lo richiede sia sottoposto a trattamenti sostitutivi di funzioni vitali (molto più stringente dei criteri individuati dalla giurisprudenza finora) e a cure palliative. Ha ricordato infine che l’Associazione Luca Coscioni, di cui faceva parte, ha presentato una proposta di legge alternativa sul tema.
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