Una delle più grandi sfuriate di sempre ha 40 anni

Una delle più grandi sfuriate di sempre ha 40 anni

«Le macchine stanno vincendo. Oppure, parafrasando la NRA: la tv non corrompe le persone; le persone corrompono le persone». Fu con questo appunto che Sidney Lumet, grande regista statunitense morto nel 2011, iniziò a girare Network, film che in Italia venne distribuito con il titolo di Quinto Potere e che uscì il 27 novembre del 1976, quarant’anni fa. Il protagonista del film era Howard Beale, un commentatore tv — interpretato da Peter Finch — che prima di lasciare la rete televisiva per cui lavorava da undici anni a causa dei bassi ascolti del suo programma, annuncia in diretta che si sarebbe suicidato una settimana dopo. Diana Christensen, dirigente della rete interpretata da Faye Dunaway, nel film cerca di sfruttare la curiosità suscitata nel pubblico dalle parole di Beale, lo riassume e gli concede di continuare il suo programma. Beale, in preda a un esaurimento nervoso, inizia quindi a fare una serie di monologhi in cui critica la società americana. Uno di questi monologhi, quello del “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”, è rimasto nella storia del cinema, sopratutto grazie alla grande interpretazione di Peter Finch. Il film vinse un sacco di premi, fra cui quattro Oscar, due dei quali assegnati a Finch e Dunaway. Finch tuttavia non poté ritirarlo, poiché morì improvvisamente durante il tour promozionale del film.

Queste sono le versioni in italiano e in inglese del monologo di Beale:

 

Qualcuno su Google Maps ha cambiato il nome della Trump Tower in “Dump Tower”

Qualcuno su Google Maps ha cambiato il nome della Trump Tower in "Dump Tower"

Per poche ore, questa notte su Google Maps qualcuno ha cambiato il nome della Trump Tower di Manhattan, il grattacielo di New York in cui risiede Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, in “Dump Tower”: dump è un termine che tradotto in italiano significa “ammasso di rifiuti”, e take a dump è un’espressione gergale per dire “andare in bagno” (all’incirca). Un portavoce di Google ha detto che il nome dell’edificio è stato segnalato e corretto in breve tempo.

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Il primo cartellino rosso in 11 anni per l’Inghilterra di rugby

Il primo cartellino rosso in 11 anni per l'Inghilterra di rugby

Ieri pomeriggio le nazionali di rugby di Inghilterra e Argentina hanno giocato un test match a Twickenham, lo stadio del rugby inglese. È stata una gran bella partita e l’Inghilterra ha vinto 27 a 14 nonostante abbia giocato in quattordici uomini — uno in meno dei soliti quindici — per quasi tutto l’incontro. Appena quattro minuti dopo il calcio d’inizio, infatti, il centro inglese Elliot Daly ha placcato al volo l’argentino Leonardo Senatore, facendolo cadere rovinosamente a terra. Per questo tipo di intervento il regolamento prevede il cartellino rosso diretto, che l’arbitro ha mostrato a Daly.

L’Inghilterra è riuscita comunque a vincere, soprattutto grazie alla scarsa disciplina mostrata in campo dall’Argentina. A quattro minuti dal termine della partita, anche un giocatore argentino ha ricevuto un cartellino rosso per avere calpestato un avversario steso a terra.

Quella di Daly è stata la prima espulsione in undici anni per un giocatore della nazionale inglese. L’ultima risaliva al test match giocato contro Samoa nel 2005, quando dopo un brutto placcaggio di un giocatore samoano, l’inglese Lewis Moody prese ripetutamente a pugni un avversario.

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