La strana e bellicosa lettera con cui Donald Trump ha lasciato un sindacato di attori

La strana e bellicosa lettera con cui Donald Trump ha lasciato un sindacato di attori

Con una lettera piuttosto strana e bellicosa, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato il principale sindacato degli artisti televisivi statunitensi, il SAG-AFTRA, appena prima che iniziasse un procedimento disciplinare per espellerlo per via del suo ruolo nell’attacco al Congresso statunitense del 6 gennaio, compiuto dai suoi sostenitori. Trump faceva parte del sindacato dal 1989: prima di fare il presidente infatti era noto tra le altre cose per condurre il reality show The Apprentice, e nella sua breve carriera da attore era anche apparso in varie serie tv e film, perlopiù nella parte di se stesso. Uno dei suoi ruoli più celebri è stato quello in Mamma ho perso l’aereo 2, come non ha mancato di ricordare nella lettera.

Nella lettera Trump si dice «molto fiero» della propria carriera cinematografica e televisiva, ma accusa il sindacato di «non avere mai fatto niente» per lui. Si attesta, oltre ai meriti per i suoi ruoli – sempre da comparsa o poco più – anche quello di aver rivitalizzato il settore della tv via cavo grazie all’effetto della sua presidenza sui programmi di news: «ho creato migliaia di posti di lavoro in network come MSNBC e alla Fake News CNN». SAG-AFTRA ha risposto alla lettera di Trump con una nota che contiene solo un messaggio: «Grazie».

La difficile vita di una balenottera azzurra in Cile

La difficile vita di una balenottera azzurra in Cile

Il Centro Ballena Azul, ong cilena che si occupa di conservazione marina, ha pubblicato su Twitter un’animazione che mostra il percorso che ha compiuto una balenottera azzurra per procacciarsi il cibo, dovendo schivare la rotta delle navi che attraversano il Golfo di Ancud, in Cile, nella Patagonia settentrionale. La balenottera azzurra è il più grande animale che sia mai vissuto sulla Terra. L’animazione ricostruisce i movimenti del cetaceo nel giro di una settimana, nel marzo del 2019: la balenottera, indicata da un puntino blu, cambia percorso ogni volta che si imbatte nella rotta delle navi, che sono a loro volta indicate con puntini marroni.

I rischi collegati alla conservazione della specie in questa parte dell’oceano Pacifico sono stati analizzati in maniera più approfondita in un paper che è stato pubblicato pochi giorni fa sull’autorevole rivista scientifica Nature. In queste aree ogni giorno navigano anche più di 700 imbarcazioni, la maggior parte delle quali sono destinate alla pesca: a causa del grande traffico marino le balenottere azzurre, che sono già in grave pericolo di estinzione, rischiano di essere travolte o di doversi spostare in altre zone, dove il cibo è più scarso.

Anche il secondo test di Starship è finito col botto

Anche il secondo test di Starship è finito col botto

Nel tardo pomeriggio di martedì 2 febbraio (in Italia era notte), la compagnia spaziale statunitense SpaceX ha condotto un lancio sperimentale di “Starship”, la sua nuova astronave che un giorno dovrebbe essere impiegata per i viaggi verso la Luna e Marte. Il prototipo del veicolo spaziale (SN9) alto come un palazzo di 16 piani, e che ricorda un grande silo per i cereali, ha raggiunto un’altitudine di circa 10 chilometri, poi ha spento i motori ed è tornato al suolo per un atterraggio controllato finito con una fragorosa esplosione nei pressi di Boca Chica, nel Texas meridionale. Qualcosa di analogo era già accaduto lo scorso 9 dicembre, quando la versione SN8 si era disintegrata al suolo durante la fase di ritorno.

Esplosione finale a parte, il test è stato un successo e ha permesso a SpaceX di raccogliere molte informazioni sul comportamento della propria astronave. Starship è ancora in una fase iniziale di sviluppo ed è quindi normale che sia sottoposta a lanci sperimentali dagli esiti molto incerti. Entro poche settimane, SpaceX confida di sperimentare un nuovo prototipo, SN10, che dovrebbe consentire di ottenere ulteriori informazioni sull’aerodinamica e la resistenza dell’astronave.

SpaceX lavora a Starship da circa 8 anni, ma i test con i primi prototipi erano iniziati solo nel marzo dello scorso anno. Nella versione finale, l’astronave dovrebbe essere una delle più grandi mai realizzate, con un diametro di 9 metri e un’altezza di 50 metri. I piani prevedono che abbia la capacità di spostarsi in autonomia nello Spazio grazie a sei enormi motori a metano, che possono essere impiegati per fare atterrare verticalmente l’astronave sulla Terra o su altri corpi celesti, come la Luna e Marte. Per partire dal nostro pianeta, Starship dovrà fare affidamento sulla spinta di Super Heavy, un gigantesco razzo alto 72 metri ancora nella sua fase di sviluppo.

Il test col botto di Starship

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