• FLAHES
  • Venerdì 20 ottobre 2017

Il video di una soldatessa israeliana che si difende da un gruppo di ebrei ultraortodossi

Una soldatessa israeliana fuori servizio ha affrontato da sola una folla di manifestanti ebrei ultraortodossi che la stavano accerchiando e insultando, tenendoli lontani con calci e altre mosse di kung-fu. Lunedì 16 ottobre a Gerusalemme Nomi Golan, la soldatessa, stava tentando di far passare un’auto attraverso un gruppo di manifestanti che stavano bloccando la strada per protestare contro l’arresto di due studenti. Un video mostra Golan respingere il gruppo di uomini minacciosi intorno a lei che la chiamano “troia” e “shiksa”. “Shiksa” è una parola yiddish usata in modo dispregiativo e derivante dal termine ebraico che significa “abominio”: indica lo stereotipo della donna bionda con gli occhi azzurri (non-ebrea o ebrea che non segue l’ortodossia religiosa) e che può essere una tentazione per gli uomini.

In Israele, i fenomeni discriminatori degli ultraortodossi nei confronti delle donne sono piuttosto comuni, soprattutto nelle città e nei quartieri più integralisti. Gli haredim – che appartengono all’ala più intransigente dell’ortodossia religiosa ebraica, i cosiddetti “ebrei ultraortodossi” – spesso vietano alle donne di salire su alcuni autobus che viaggiano nei loro quartieri o riservano loro i posti sul retro; si scagliano, poi, contro i messaggi pubblicitari che ritraggono donne, e i soldati più integralisti abbandonano le cerimonie pubbliche dell’esercito se cantano anche le soldatesse.