L’apprezzata performance dei pittogrammi umani all’apertura delle Olimpiadi

(Cameron Spencer/Getty Images)
(Cameron Spencer/Getty Images)

La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo 2020 si è tenuta senza pubblico, in una forma ridotta e rivisitata a causa della pandemia. È mancata quindi la sensazione di assistere a un grande spettacolo, ma non sono mancate performance degne di nota, come quella dei pittogrammi umani. Unendo registrazioni in studio a coreografie in diretta, gli artisti giapponesi Masatomi Yoshida e Hitoshi Ono hanno riproposto dal vivo i cinquanta pittogrammi che indicano le discipline olimpiche (esitando soltanto per un attimo nel badminton).

I primi pittogrammi in ambito olimpico vennero introdotti nel 1936 a Berlino. Alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 il loro uso fu esteso, e quattro anni dopo l’architetto messicano Pedro Ramirez Vazquez li perfezionò. Ma fu il designer tedesco Otl Aicher ad affermare l’uso pittogrammi in ambito sportivo con l’identità visuale creata per Monaco 1972, che rimane ancora oggi un punto fondamentale nella storia della grafica europea.