Luigi Se Magistris, sindaco di Napoli candidato per la rielezione alle amministrative del 5 giugno, ha diffuso su Facebook un video di un suo comizio che è stato ripreso e commentato per i toni particolarmente esaltati e alcune affermazioni piuttosto dure contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi. A partire dal minuto 3.30, De Magistris dice, urlando: «Renzi vai a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto! Napoli capitale, Granducato di Toscana dietro! Napoli ribelle! Potere al popolo!». E poi: «Non sono in vendita!». De Magistris ha detto poi che se dovessero ucciderlo (non è chiaro chi) non servirebbe a niente perché rimarrebbero i suoi sostenitori.
Pif, nome d’arte del conduttore televisivo Pierfrancesco Diliberto, ha diffuso un video in cui spiega com’è andata secondo lui la storia delle intercettazioni a Pino Maniaci, direttore della tv siciliana Telejato e impegnato da anni nella lotta alla mafia e all’illegalità, per il quale è indagato dalla procura di Palermo con l’accusa di estorsione. Pif, che negli anni si è occupato estesamente di mafia e che ha conosciuto Maniaci per una puntata del suo programma Il Testimone, racconta che Maniaci è una persona con un carattere forte e sopra le righe, suggerisce che il contenuto delle intercettazioni sia compatibile con il personaggio di Maniaci e dice che qualcosa non lo convince nella strana cifra – 466 euro – che Maniaci avrebbe estorto a un politico locale. «Nelle telefonate ho riconosciuto Pino Maniaci, nel senso: ho immaginato come potesse essere Pino Maniaci al telefono con una donna, Pino Maniaci che tenta di fare il figo con una donna».
Emma Thompson dice che alcuni attori ottengono delle parti solo perché hanno molti followers sui social network

L’attrice e sceneggiatrice britannica Emma Thompson – 57 anni, due Oscar vinti su cinque candidature – durante una premiazione organizzata dalla famiglia reale britannica per i migliori attori del paese ha detto che una delle cose che la preoccupano di più dei social media è il fatto che «ad alcuni attori viene affidata una parte solo perché hanno molti seguaci sui social network, e le case di produzione quindi possono usare i loro seguaci per promuovere il film. Il lavoro di un attore ormai è legato ai suoi profili sui social media, e penso che sia un disastro. È preoccupante anche che imparare a recitare sia così costoso. Non so quante lettere ho ricevuto da giovani attori che vorrebbero frequentare una scuola di recitazione ma non hanno i soldi per farlo».