Una vittoria storica per il calcio femminile italiano

Una vittoria storica per il calcio femminile italiano

Nella stagione degli Europei in Inghilterra e della finale di Champions League a Torino, mercoledì sera il calcio femminile italiano ha ottenuto uno dei suoi risultati internazionali più importanti. Nell’andata dei quarti di finale di Champions League, la Juventus è riuscita a battere 2-1 l’Olympique Lione, la prima grande squadra femminile d’Europa, vincitrice di sette Champions League, cinque delle quali consecutive dal 2015 al 2020.

La partita, giocata all’Allianz Stadium, era iniziata male per la Juventus, con il Lione in vantaggio dopo neanche dieci minuti grazie a un gol della statunitense Catarina Macário. Il risultato era poi rimasto invariato fino a mezzora dalla fine, quando il Lione è rimasto in dieci per l’espulsione dell’australiana Ellie Carpenter. Da lì la Juventus ha preso fiducia e nel giro di dieci minuti ha prima pareggiato con Cristiana Girelli, poi ha segnato il gol della vittoria con Agnese Bonfantini.

Prima della Juventus nessuna squadra femminile italiana era mai arrivata ai quarti di finale di Champions League (da quest’anno diventati il primo turno a eliminazione diretta, dopo la fase a gironi). L’anno scorso era stata eliminata proprio dal Lione ai sedicesimi con un risultato complessivo, fra andata e ritorno, di 6-2. Nella stessa edizione, la Fiorentina si era fermata agli ottavi, eliminata dal Manchester City con due pesanti sconfitte. La partita di ritorno tra Juventus e Lione si giocherà in Francia giovedì 31 marzo: la vincente andrà in semifinale contro una tra Bayern Monaco e Paris Saint-Germain.

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Boris Johnson ha paragonato la resistenza del popolo ucraino a Brexit

Boris Johnson ha paragonato la resistenza del popolo ucraino a Brexit

Durante una conferenza del partito conservatore a Blackpool sabato, il primo ministro britannico Boris Johnson ha paragonato la lotta del popolo ucraino al desiderio di libertà dei britannici che hanno votato per Brexit. Nel suo discorso, Johnson ha detto che i britannici, come gli ucraini, hanno avuto l’istinto di «scegliere la libertà» e ha citato esplicitamente il voto del 2016 con cui il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea.

Johnson ha ricevuto molte critiche per il suo discorso. Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, ha scritto: «Boris, le tue parole offendono gli ucraini, gli inglesi e il buon senso». Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio che è stato il principale negoziatore di Brexit per il Parlamento europeo, ha affermato che il confronto con la resistenza ucraina è «folle». «Non credo che il primo ministro stesse facendo un confronto diretto tra queste due cose che chiaramente non sono direttamente paragonabili», ha detto il ministro dell’Economia britannico, Rishi Sunak, intervistato dal programma Sunday Morning della BBC.

 

I primi passi del nuovo mega razzo della NASA per tornare sulla Luna

I primi passi del nuovo mega razzo della NASA per tornare sulla Luna

Nel pomeriggio di giovedì in Florida (in Italia era notte), la NASA ha avviato per la prima volta il trasferimento del suo nuovo enorme razzo, lo Space Launch System (SLS), verso la rampa di lancio in vista della sua prima missione per tornare a esplorare la Luna con astronaute e astronauti.

SLS è alto quanto un palazzo di trenta piani (98 metri) e aveva trascorso buona parte dell’ultimo anno all’interno del Vehicle Assembly Building (VAB), il grande edificio del Kennedy Space Center un tempo impiegato per l’assemblaggio degli Space Shuttle e prima ancora dei Saturn V, i potenti razzi del programma spaziale Apollo che portarono per la prima volta esseri umani sulla Luna.

Il trasferimento dal VAB alla rampa di lancio può essere considerato un momento storico per SLS, il cui sviluppo negli ultimi dieci anni è stato a dir poco travagliato, a causa di numerosi ritardi e di costi sempre più alti per la sua realizzazione. Il razzo avrebbe dovuto compiere il primo volo nel 2017, ma il lancio era stato via via rinviato a causa di problemi tecnici, che avevano comportato costi aggiuntivi.

Sulla propria sommità, SLS porta Orion, la capsula da trasporto sviluppata dalla NASA per l’esplorazione dello Spazio profondo con equipaggi.

(NASA)

Nell’autunno del 2021, la NASA ipotizzò di effettuare il lancio inaugurale a febbraio di quest’anno, ma i piani furono in seguito rivisti. Se tutto procederà come previsto, SLS rimarrà per diverse settimane sulla rampa di lancio: a inizio aprile la NASA condurrà una sorta di prova generale, nella quale i tecnici simuleranno buona parte delle procedure previste per il giorno del lancio. Al termine, il razzo sarà portato nuovamente nel VAB per ulteriori test, prima di essere riportato all’esterno per il primo lancio, previsto in estate (la data non è stata ancora definita).

La missione inaugurale, chiamata Artemis I, non avrà equipaggio a bordo e servirà per testare il sistema di lancio e la capsula spaziale, in un viaggio intorno alla Luna che durerà tra le 4 e le 6 settimane a seconda della posizione del nostro satellite naturale rispetto alla Terra al momento del lancio.

Se Artemis I sarà un successo, la NASA procederà con la missione Artemis II, la prima con equipaggio a bordo e che compirà un viaggio intorno alla Luna, ma senza compiere un allunaggio. La NASA dovrà nel frattempo provvedere allo sviluppo delle parti mancanti di Orion, delle nuove tute per l’equipaggio e verificare che procedano le attività di sviluppo per le missioni seguenti, che richiederanno l’impiego di un sistema di trasporto dall’orbita lunare alla Luna.

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