Le eruzioni dei vulcani islandesi hanno sempre un certo fascino

(AP Photo/ Marco Di Marco)
(AP Photo/ Marco Di Marco)

Dopo vari giorni di attività sismica più intensa del solito, mercoledì ha eruttato in Islanda il vulcano Fagradalsfjall, che si trova nella penisola di Reykjanes, nel sud-ovest del paese, a circa 40 chilometri dalla capitale Reykjavik. La lava ha cominciato a colare da una fenditura laterale della montagna in una valle disabitata, attirando residenti e turisti con la sua spettacolare eruzione. Il dipartimento della Protezione Civile locale ha raccomandato alle persone di evitare la zona per il pericolo che si liberino gas tossici nell’atmosfera; per ora comunque non si sono registrati incidenti e non sono stati segnalati particolari rischi di danni o disagi.

Il vulcano Fagradalsfjall aveva eruttato anche nel marzo del 2021, proseguendo per circa sei mesi, fino a settembre. Prima di allora era stato inattivo per oltre 6mila anni. Come in questo caso, anche allora l’eruzione era stata anticipata da un aumento dell’attività vulcanica e da decine di migliaia di piccoli terremoti nell’area.

Benché in Islanda i terremoti e le eruzioni vulcaniche siano molto comuni – visto che l’isola si trova lungo la linea di congiunzione tra due placche tettoniche – la nord-americana e l’euroasiatica – prima dell’anno scorso in questa zona non si verificavano eruzioni da circa 800 anni.

(AP Photo/ Marco Di Marco)

Le autorità locali hanno imposto il divieto del traffico aereo sopra l’area dell’eruzione; come ha specificato l’ente meteorologico islandese, tuttavia, è consentito il passaggio degli elicotteri per tenere sotto controllo la situazione.

Per ora comunque l’aeroporto di Reykjavik rimane aperto e operativo, e finora non sono stati segnalati disagi fuori dalla norma per i voli in arrivo o in partenza dal paese.

(AP Photo/ Marco Di Marco)

I vulcani di questa zona dell’Islanda sono effusivi e non esplosivi, vale a dire che la fuoriuscita di lava avviene per colate, senza grandi esplosioni e conseguenti alte colonne di gas, ceneri e lapilli. Sono le eruzioni che gli islandesi definiscono “per turisti” perché, con le dovute precauzioni, possono anche essere osservate in sicurezza da relativamente vicino.

Molte persone ricorderanno invece l’eruzione del vulcano Eyjafjöll, che nell’aprile del 2010 generò un’enorme nuvola di fumo e ceneri che bloccò il traffico aereo in Europa per vari giorni.

(AP Photo/ Marco Di Marco)