Dua Lipa se l’è presa con un’inserzione sul New York Times che accusa lei e le sorelle Hadid di antisemitismo

Dua Lipa se l'è presa con un'inserzione sul New York Times che accusa lei e le sorelle Hadid di antisemitismo

La cantante Dua Lipa ha criticato su Twitter un’inserzione pubblicitaria a tutta pagina apparsa sabato sull’edizione cartacea del New York Times e pagata da un gruppo chiamato World Values Network, in cui la cantante e le due modelle Gigi e Bella Hadid sono accusate di antisemitismo per aver sostenuto la causa palestinese durante il conflitto degli scorsi giorni tra Israele e i gruppi armati della Striscia di Gaza, che si è concluso giovedì con un cessate il fuoco.

Il World Values Network è un gruppo di lobby statunitense che, secondo il sito ufficiale, ha l’obiettivo di diffondere i valori ebraici nel mondo. L’inserzione raffigura Dua Lipa e le due sorelle Hadid in primo piano, e contiene un testo del capo dell’organizzazione, il rabbino Shmuley Boteach, che definisce le tre donne come «mega-influencer» che hanno «accusato Israele di pulizia etnica» e «diffamato lo stato ebraico», e chiede loro di condannare l’organizzazione radicale Hamas. Sul sito del gruppo le accuse sono ancora più gravi: le tre donne formerebbero «un’empia trinità di bile antisemita che ha lo scopo di demonizzare il popolo ebraico».

Su Twitter, Dua Lipa ha risposto negando le accuse «false e terribili» del World Values Network, che starebbe conducendo una «campagna orribile piena di falsità e di evidenti distorsioni della realtà». «Questo è il prezzo che si paga per difendere i diritti umani dei palestinesi», ha scritto.

Dua Lipa e le due sorelle Hadid (il cui padre ha origini palestinesi) nelle ultime settimane hanno difeso molto attivamente la causa palestinese: in particolare, Gigi e Bella Hadid hanno partecipato a una manifestazione di condanna a Israele negli scorsi giorni a New York. Qualche giorno fa, in un post su Instagram poi rimosso, Bella Hadid aveva scritto che Israele stava facendo «pulizia etnica» del popolo palestinese.

La disfatta del Regno Unito all’Eurovision Song Contest

La disfatta del Regno Unito all'Eurovision Song Contest

Sabato notte c’è stata la finale dell’Eurovision Song Contest 2021 (ESC), vinto dal gruppo italiano Måneskin. Oltre alla loro vittoria ha attirato molto l’attenzione il risultato deludente del Regno Unito, paese che ha una grande e illustre tradizione nella musica pop e che però ha ottenuto zero punti in questa edizione dell’ESC. Il Regno Unito era rappresentato da James Newman, che ha cantato Embers. Quando è stato annunciato che Newman aveva ottenuto zero punti dal pubblico nell’ultima sessione del televoto, Newman ha prima scosso la testa deluso, poi ha alzato le braccia e gran parte dell’arena l’ha appaludito e incoraggiato. È la quinta volta nella storia dell’ESC che il Regno Unito arriva ultimo, e la seconda che prende zero punti.

Il sistema di votazione dell’ESC è piuttosto complicato, e prendere zero punti (nul points o nil points, come dicono i media anglosassoni) è raro ma non impossibile. Il punteggio finale dipende dal voto del pubblico di ciascun paese partecipante, che avviene in diretta tramite sms o con l’app ufficiale, e dal voto delle Giurie Nazionali, una per paese, che votano prima dell’evento. Il pubblico di ciascun paese e le varie Giurie compongono ciascuno una classifica delle 10 canzoni più gradite: c’è dunque la classifica delle 10 canzoni più gradite dal pubblico francese e la classifica delle più gradite dalla giuria francese, e così via (nessuno può votare per il concorrente del proprio paese).

La presenza e la posizione nelle varie classifiche consentono di attribuire i punti: 12 punti vanno a chi è al primo posto, 10 al secondo posto e così via. Se una canzone non riceve nessun punto significa quindi che non è entrata nella classifica di gradimento di nessun paese, né in quelle del pubblico dei vari paesi né in quelle delle Giurie Nazionali.

Il video del record mondiale di nuoto di Benedetta Pilato, nei 50 metri rana

Il video del record mondiale di nuoto di Benedetta Pilato, nei 50 metri rana

Sabato la nuotatrice italiana Benedetta Pilato ha stabilito un nuovo record del mondo femminile nella specialità 50 metri rana, durante la semifinale degli Europei di nuoto a Budapest, in Ungheria. Pilato, che ha 16 anni ed è di Taranto, ha finito la gara in 29 secondi e 30 centesimi, battendo il precedente record dell’americana Lilly King che era di 29 secondi e 40 centesimi.

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