“Credo”, lo slogan della campagna elettorale della Lega, proiettato da Lampedusa alla sede dell’Inps a Roma

“Credo”, lo slogan della campagna elettorale della Lega, proiettato da Lampedusa alla sede dell'Inps a Roma

Sabato il leader della Lega Matteo Salvini ha presentato sui propri canali social “Credo”, lo slogan della campagna elettorale del suo partito in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Nelle ultime settimane lo slogan era apparso in varie città italiane su manifesti a sfondo blu oppure giallo nei quali non era però specificato alcun riferimento politico. Come mostra un video condiviso sul profilo YouTube di Salvini, sabato sera invece la parola è stata proiettata sulle facciate di alcuni dei luoghi che simboleggiano temi cari alla Lega, dalla riforma delle pensioni alla “flat tax”, dal controllo dell’immigrazione alla sicurezza nelle strade. Per esempio sono stati illuminati con lo slogan il porto di Lampedusa e la sede dell’Agenzia delle Entrate a Roma.

Il video è accompagnato da un messaggio letto dal doppiatore Pino Insegno in cui si dice che “Credo” è un gesto «rivoluzionario» in un’epoca che viene descritta «di sfiducia e di perdita di sicurezza». «Non c’è successo senza credo», prosegue il messaggio: «“Credo” è un atto di fede laica nella bella politica e nel bello della democrazia».

Il video si conclude poi con un messaggio letto dallo stesso Salvini, che tra le altre cose dice di aver «cominciato a fare politica da giovanissimo, perché – come tanti – credevo e ancor più oggi credo in valori e ideali, nella lealtà e nell’onestà, in un futuro migliore, soprattutto per i nostri figli».

In Iowa si è rigiocata la partita di baseball al “campo dei sogni”

In Iowa si è rigiocata la partita di baseball al "campo dei sogni"

Si è giocata nella notte tra giovedì e venerdì la partita di Major League Baseball ospitata al “Field of Dreams” di Dyersville, in Iowa, il luogo in cui negli anni Ottanta venne girato l’omonimo film con protagonista Kevin Costner, in Italia distribuito con il titolo L’uomo dei sogni. L’anno scorso la prima edizione fu disputata dai New York Yankees e dai Chicago White Sox, che furono introdotti dallo stesso Costner e fecero un suggestivo ingresso in campo sbucando dalle pannocchie come in una delle scene del film.

Quest’anno è toccato ai Cincinnati Reds e ai Chicago Cubs, e anche loro hanno fatto il loro ingresso uscendo dai campi di granoturco dopo una lunga introduzione incentrata sul rapporto tra padri e figli a cui hanno partecipato anche Ken Griffey e Ken Griffey Jr., padre e figlio che il 31 agosto 1990 si ritrovarono sullo stesso campo da gioco con la stessa divisa dei Seattle Mariners.

I Cubs — meglio posizionati in classifica ma ancora lontani dalla qualificazione ai playoff — si sono portati subito in vantaggio e lo hanno mantenuto per tutta la partita, terminata con il risultato di 4-2. Per i Reds — che possono dirsi già fuori dai playoff — è stata la quarta sconfitta consecutiva, ma questo non ha impedito a Joey Votto, il loro giocatore più rappresentativo, di prendere parte a un’iniziativa pensata appositamente per la partita al “Field of Dreams”.

Al terzo inning il giocatore di origini italiane è stato microfonato e ha passato una decina di minuti buoni a discutere con i telecronisti dei suoi ricordi legati al baseball e di come è cambiato il gioco, tra le altre cose. Quando l’azione passava dalle sue parti ha dovuto interrompere gli interventi, ma nel complesso non ci sono stati intoppi e poco dopo è toccato a Ian Happ dei Chicago Cubs.

Nel 2023 la Major League ha già detto che non organizzerà la partita annuale al “Field of Dreams” di Dyersville, ma solo per una questione organizzativa, perché in futuro ce ne saranno altre. I risultati delle due edizioni disputate, infatti, sono stati soddisfacenti e hanno valorizzato le caratteristiche del baseball, uno dei pochi sport professionistici in grado di organizzare eventi così particolari.

L’intelligenza artificiale di Meta dice che l’azienda sfrutta le persone per soldi

L'intelligenza artificiale di Meta dice che l'azienda sfrutta le persone per soldi

Venerdì scorso Meta, l’azienda che controlla tra le altre cose Facebook e Instagram, ha presentato un proprio chatbot, un programma informatico progettato per simulare una conversazione con un essere umano, basato sull’intelligenza artificiale.

Il chatbot si chiama BlenderBot 3, è ancora un prototipo ed è disponibile solo negli Stati Uniti. Gli utenti possono rivolgere al chatbot qualsiasi domanda, e questo risponderà sulla base dell’intelligenza artificiale. Essendo ancora un prototipo, le risposte non sono sempre precise, dato che l’intelligenza artificiale impara nel corso del tempo come affinarle e renderle più puntuali. Ma può succedere anche che il chatbot risponda con toni offensivi o che dia risposte piuttosto sorprendenti, criticando la stessa Meta e il suo fondatore, Mark Zuckerberg.

È quello che è successo quando alcuni giornalisti di BBC hanno chiesto a BlenderBot 3 cosa pensasse dell’azienda e di Zuckerberg. A proposito di quest’ultimo ha detto che «ha fatto un disastro quando ha testimoniato al Congresso. Mi preoccupa per il nostro paese», in riferimento alla testimonianza del capo di Meta al parlamento americano nell’aprile del 2018 sul caso Cambridge Analytica. A un’altra domanda su Zuckerberg, il chatbot ha poi risposto ancora più criticamente, dicendo che «la sua azienda sfrutta le persone per soldi e a lui non importa. Deve fermarsi!».

(BBC)

(BBC)

Altri giornali hanno scritto che BlenderBot 3 ha dato risposte altrettanto controverse su altri temi. Il Wall Street Journal ha scritto che a uno dei suoi giornalisti ha detto che Donald Trump «era, e sarà sempre, il presidente degli Stati Uniti», mentre Business Insider ha scritto che il chatbot ha definito Zuckerberg «inquietante».

Nuovo Flash