BBC ha ricevuto 109.741 reclami per la sua copertura della morte del principe Filippo

BBC ha ricevuto 109.741 reclami per la sua copertura della morte del principe Filippo

BBC ha confermato di aver ricevuto 109.741 reclami dai suoi spettatori riguardo alla copertura della morte del principe Filippo, avvenuta venerdì 9 aprile, e alla conseguente cancellazione di alcuni popolari programmi previsti per la giornata.
Per comunicare la notizia della morte di Filippo e dare spazio agli approfondimenti giornalistici dedicati, BBC aveva interrotto i programmi in corso e aveva annullato gran parte del palinsesto previsto per le ore successive.
Tra i programmi che non sono andati in onda c’era il popolarissimo “EastEnders” (una soap opera che va in onda dagli anni ’80) e la finale di “MasterChef”. Molti spettatori non hanno apprezzato lo stravolgimento del palinsesto e hanno scritto a BBC per lamentarsene.

«Si trattava di un evento che ha generato moltissimo interesse sia a livello nazionale sia a livello internazionale», ha spiegato BBC in un comunicato. «Riconosciamo che alcuni spettatori possano essere stati insoddisfatti del tipo di copertura che abbiamo scelto, e dell’impatto che questa ha avuto sui palinsesti di radio e tv». BBC ha riferito anche che in base al numero di reclami ricevuti, la copertura per la morte di Filippo è l’evento per cui gli spettatori si sono lamentati di più nell’intera storia dell’emittente.

Ora con Google Earth si può viaggiare nel tempo

Ora con Google Earth si può viaggiare nel tempo

Google Earth, il servizio per consultare immagini satellitari della Terra, ha aggiunto una nuova funzione “Timelapse” per osservare i cambiamenti in ampie porzioni di territorio negli ultimi decenni. Il sistema consente di selezionare un’area geografica e di scorrere poi le immagini satellitari di quella zona raccolte nel corso degli anni, archiviate e mappate da Google. Una funzione simile esisteva già in precedenza, ma era meno semplice da utilizzare e più limitata.

Timelapse può essere utilizzato tramite la versione per browser di Google Earth, sia per fare ricerche su specifiche zone del pianeta, sia per osservare una selezione di luoghi scelti da Google e suddivisi per aree tematiche.

Si può per esempio osservare l’evoluzione nel corso del tempo di alcune metropoli come Pechino (Cina), New York (Stati Uniti) e Osaka (Giappone), oppure verificare i cambiamenti del territorio dovuti alla deforestazione, alle attività minerarie, alla costruzione di nuove infrastrutture e agli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai.

Per realizzare Timelapse, Google ha aggiunto al proprio servizio circa 24 milioni di immagini satellitari, raccolte in un periodo di tempo compreso tra il 1984 e il 2020. Le immagini sono state poi fuse insieme e sovrapposte, in modo da far corrispondere i luoghi nel corso della loro evoluzione.

Le immagini dei primi anni Ottanta sono meno definite rispetto a quelle più recenti, ma si riesce comunque ad apprezzare il cambiamento del territorio, soprattutto su larga scala.

Il servizio è stato in parte reso possibile grazie alla disponibilità di numerose immagini satellitari nel dominio pubblico, fornite da collaborazioni e programmi di osservazione terrestre negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. Molte immagini derivano dal programma statunitense Landsat e da quello europeo Copernicus, uno dei più importanti consorzi per lo studio della Terra dallo Spazio.

Un comune emiliano ha cominciato a usare lo schwa (ə) per essere più inclusivo

Un comune emiliano ha cominciato a usare lo schwa (ə) per essere più inclusivo

Il comune di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, ha cominciato a usare in alcuni contesti il simbolo fonetico ə, detto schwa, come desinenza finale al posto dei plurali maschili universali per usare un linguaggio «più inclusivo». Lo ha fatto ad esempio in un post su Facebook del 5 aprile che dice «A partire da mercoledì #7aprile moltǝ nostrǝ bambinǝ e ragazzǝ potranno tornare in classe!», invece di «molti nostri bambini e ragazzi». La scelta è stata poi spiegata con un altro post.

Lo schwa non è un simbolo molto familiare per chi parla e scrive una lingua europea, ma viene utilizzato da decenni dai linguisti e si trova anche nell’alfabeto fonetico internazionale per indicare una vocale intermedia. È un suono presente in molte lingue del mondo e anche in alcuni dialetti italiani: è quello che i napoletani usano nell’imprecazione mamm’t, o che nei dialetti del Centro Italia si usa alla fine delle parole, facendo diventare “sempre” semprə, “bello” bellə, e così via. In inglese corrisponde alla “a” di about, “a proposito”, e alla “u” di survive, sopravvivere, ad esempio.

L’idea di usare una desinenza in schwa al posto di quella maschile per le parole che comprendono sia uomini che donne (così come le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere) è stata diffusa in Italia dalla linguista Vera Gheno, e rispetto a proposte alternative sembra avere maggiore successo, perlomeno sui social network. L’iniziativa del comune di Castelfranco Emilia comunque non riguarda tutta la comunicazione istituzionale, ma solo alcuni post della pagina del comune su Facebook per il momento.

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