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  • Mercoledì 25 gennaio 2023

La foto del gigantesco iceberg che si è staccato dalla piattaforma di Brunt, in Antartide

(Sentinel hub, Twitter)
(Sentinel hub, Twitter)

Le immagini riprese dal satellite europeo Copernicus Sentinel-3 mostrano un nuovo iceberg che si è staccato dalla piattaforma di Brunt, nel mare di Weddell, la zona dell’oceano Antartico più vicina all’Argentina. L’iceberg si è staccato domenica pomeriggio a circa 20 chilometri dalla stazione di ricerca britannica Halley VI e ha una superficie di circa 1.550 chilometri quadrati, quasi come quella della città metropolitana di Milano (formata da 133 comuni). Circa due anni fa, nel febbraio del 2021, dalla piattaforma di Brunt si era già staccato un grosso iceberg che aveva un’estensione di 1.270 chilometri quadrati, poco meno della superficie di Roma. La formazione dell’iceberg non ha avuto conseguenze per l’operatività della base britannica: il personale è al sicuro e non è stata necessaria alcuna evacuazione.

Come ha spiegato il glaciologo della British Antarctic Survey (BAS) Dominic Hodgson, esperto dell’ente di ricerca britannico che si occupa delle missioni in Antartide, la formazione di iceberg dalla piattaforma di ghiaccio di Brunt è un processo naturale: era un evento ampiamente atteso e non è dovuto agli effetti del cambiamento climatico, ma a una sorta di meccanismo con cui la piattaforma trova un nuovo equilibrio in seguito a nuove nevicate e alla formazione di nuovi ghiacci. Gli scienziati avevano notato la formazione di alcune crepe nella piattaforma già una decina di anni fa, tanto che nel 2017 la BAS aveva spostato di 23 chilometri la stazione Halley VI. La crepa che ha provocato la formazione dell’iceberg domenica aveva continuato a ingrandirsi dal 2015.

L’iceberg che si era staccato nel 2021, chiamato A74, si era spostato gradualmente nel mare di Weddell. Gli scienziati ritengono che anche quello che si è staccato domenica seguirà lo stesso percorso.

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