La ragazza soffocata su Cosmopolitan

Cosmopolitan è una delle riviste femminili più lette e apprezzate del mondo, famosa per aver rivoluzionato – grazie alla leggendaria Helen Gurley Brown, che la diresse dal 1965 al 1997 – la rappresentazione delle donne in Europa e negli Stati Uniti. Molte riviste dell’epoca mettevano in copertina casalinghe rassicuranti e davano consigli sulla gestione della casa e su come essere brave mamme e mogli; le ragazze sulle copertine di Cosmopolitan invece erano bellissime e sicure di sé, con addosso abiti scollati e provocanti. Gli articoli parlavano apertamente di sesso – molte adolescenti degli anni Sessanta devono la propria educazione sessuale a Cosmopolitan – e spiegavano come farsi strada nel mondo e conciliare casa e carriera (fu anche la prima rivista a pubblicare la fotografia di un uomo nudo).

Negli anni Cosmopolitan si è fatta la fama di rivista progressista e femminista ma è stata anche spesso criticata per aver diffuso un’immagine di donna-oggetto, costantemente efficiente, sexy, perfetta (avete presente quello che dice Tina Fey su Kim Kardashian?). Queste due anime di Cosmopolitan sono emerse per l’ennesima volta negli ultimi giorni, dopo la pubblicazione di una finta copertina del numero di febbraio dell’edizione inglese: forse l’avete vista in giro, mostra una ragazza che allunga una mano in cerca di aiuto mentre sta soffocando per la plastica che avvolge la rivista.

Cosmo-february

L’immagine è esplicitamente ispirata alla storia di Shafilea Ahmed, una 17enne inglese di origine pakistana, uccisa dai genitori nel 2003. La ragazza era stata portata in Pakistan per incontrare il marito che la famiglia aveva scelto per lei; lo aveva rifiutato e aveva cercato di suicidarsi ingoiando candeggina (il padre raccontò che Ahmed aveva confuso il contenitore della candeggina con quello del succo di frutta durante un blackout). Secondo suo padre, il comportamento di Shafilea Ahmed aveva disonorato la famiglia e un giorno – erano tutti tornati a Warrington, in Inghilterra – le infilò un sacchetto di plastica in gola e la soffocò davanti alla moglie e agli altri figli. Stando al racconto fatto alla polizia dalla sorella più piccola – che allora aveva 15 anni – la madre di Ahmed andò a prendere spago e sacchi della spazzatura e dopo un po’ di tempo il padre uscì trasportando «un grosso coso avvolto nei sacchi della spazzatura» e si allontanò in macchina. Dopo lunghe e complicate indagini, nel 2012 i genitori di Ahmed vennero processati e condannati a 25 anni di carcere.

La finta copertina di Cosmopolitan fa parte di una campagna di sensibilizzazione lanciata lo scorso aprile dalla rivista insieme all’associazione no profit Karma Nirvana, che aiuta le vittime dei delitti d’onore. Si tratta perlopiù di donne accusate di aver disonorato e causato vergogna alla loro famiglia: hanno scelto i loro compagni o amici, hanno rifiutato matrimoni combinati o semplicemente indossato abiti occidentali. Tra il 2008 e il 2013 Karma Nirvana ha ricevuto 30mila richieste di aiuto in tutto il Regno Unito mentre secondo HBVA – un network che monitora i delitti d’onore nel mondo – le donne uccise per aver “disonorato” i genitori sono circa cinquemila ogni anno, di cui una media di dodici in Regno Unito, mille in India e mille in Pakistan. Cosmopolitan e Karma Nirvana hanno anche convinto il governo a istituire una giornata in ricordo delle donne britanniche uccise dalla famiglia, che si terrà per la prima volta quest’anno il 14 luglio, il giorno del compleanno di Ahmed.

A giugno Cosmopolitan e Karma Nirvana avevano incaricato le tre più prestigiose agenzie di comunicazione di Londra – adam&eveDDB, Creature London e Leo Burnett – di ideare l’immagine che sarebbe diventata il simbolo della campagna. Il progetto vincitore è, appunto, la fotografia della ragazza soffocata nella plastica, scattata dalla fotografa di Brooklyn Erin Mulvehill (1988) e proposta dall’agenzia fondata nel 1935 da Leo Burnett, uno dei più importanti pubblicitari del Novecento. Prevede anche un video di pochi secondi in cui una donna strappa la plastica della rivista liberando la ragazza intrappolata: leggere Cosmopolitan è un modo per combattere i delitti di onore e aiutare le donne che ne sono minacciate.

La finta copertina è stata presentata al parlamento britannico insieme a un rapporto realizzato dal think tank Henry Jackson Society sui delitti d’onore in Regno Unito. Non è quindi la copertina del numero di febbraio né può essere comprata dai lettori, come hanno specificato quelli di Cosmopolitan. Tuttavia su internet se ne sta parlando tantissimo e molti commentatori l’hanno definita “provocatoria”, “potente” “divisiva”, “la più controversa di sempre”. La vera copertina di Cosmopolitan di febbraio mostra invece Khloé Kardashian e ne anticipa un’intervista in cui parla di “Justin Bieber, sesso e lavare i piatti”, senza alcun riferimento al rapporto sui delitti d’onore o a qualsiasi forma di violenza subita dalle donne. Come fa notare Amanda Hess su Slate, la finta copertina è stata sicuramente utile per far conoscere la storia di Ahmed, ma «Khloe Kardashian è stata nominata sul sito del giornale più di mille volte; i delitti d’onore soltanto 14».

Cosmo

Arianna Cavallo

Libri, moda, fotografia, ma soprattutto Cit. Editor al Post. Twitter: @ariannacavallo