The newsroom, internet e l’anonimato

Dalla sesta puntata di The Newsroom, discussione sui commenti anonimi aggressivi al sito del programma:

Will: Ecco cosa vorrei. Vuoi discutere?, bene.  Allora voglio sapere come ti chiami, quanti anni hai e che lavoro fai. E cosa hai studiato.
Mackenzie: Oddio.
Neal: Il senso di internet è che è uno strumento populista.
Will: Anche i populisti hanno dei nomi. William Jennings Bryan, Will Rogers, io. A meno che tu non sia Gola Profonda, o in un programma di protezione di testimoni, l’anonimato è da codardi. Sei nel branco, spari dai posti comodi.

Will chiede se si può creare un sistema che verifichi nomi e dati dei commentatori del sito.

Neal: Possiamo farlo, se vuoi.
Will: Voglio.
Mackenzie: Il risultato non sarà che nessuno commenterà più sul nostro sito?
Will: Primo: oh, no. Come faremo senza il parere di “SurrendrDorothee”? E secondo, il risultato sarà che il nostro sito renderà dei ghetti tutti gli altri siti. Il risultato sarà la civiltà nel dibattito pubblico. E un trionfo di populismo. Ho intenzione di sistemare internet, da solo.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).