Retroscena anch’io, ma facile

Io non credo che la politica di avvicinamenti di Casini a Bersani via dichiarazioni e interviste implichi che nuove “promettenti” prospettive di alleanze facciano saltare le primarie del PD. Non è realistico. Quella che è realistica, invece, e piuttosto palese, è la successione causale degli eventi che hanno preceduto la serie di dichiarazioni e interviste di avvicinamento a Bersani da parte di Casini (ricordiamo che per Casini, dichiarazioni e interviste non costituiscono un accessorio della politica, ma ne sono l’unica e totale espressione, che padroneggia con sapienza).

Venti giorni fa Pierluigi Bersani ha annunciato le primarie nel PD. La prossima candidatura di Matteo Renzi è diventata più vicina e concreta. Nei giorni successivi c’è stata un’accelerazione di allontanamenti tra il PD e i suoi potenziali alleati “di Vasto”. Sabato Matteo Renzi è saltato al centro della scena col suo discorso e la sua convention, e soprattutto con l’ipotesi diffusa e fondata che sia capace di prendere molti voti al centro e portarli al PD, se mai riuscisse a vincere le primarie.

Il giorno dopo, domenica, Casini ha attaccato Renzi, dando su di lui giudizi critici che hanno occupato i titoli e regalandoli al patrimonio di credibilità di Bersani. E il giorno dopo, lunedì, Casini ha dato un’intervista al Corriere proponendo con inedita disponibilità alleanze e percorsi comuni a Bersani. Il quale Bersani ha tempestivamente raccolto il “passo importante dal significato politicamente di grande rilievo”.

Non so se è di grande rilievo, ma il significato pare chiaro anche a me.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).