Lo dico alla maestra

Ho l’impressione che gran parte degli attacchi che Lucia Annunziata sta subendo da domenica sia figlia di due fattori: la mancata visione dell’intervista con Alfano da parte di molti che la criticano avendo letto solo due parole (“Siete impresentabili”), e l’inclinazione tutta italiana al vittimismo strumentale e all’indignazione a comando.

Sulla seconda potrei ricordare a quelli del Giornale e compagnia che il loro capo ha a suo tempo definito non “impresentabili” gli elettori del centrosinistra, ma “coglioni”: e ha ripetuto altre volte simili considerazioni. E non mi ricordo, in quel libero e indipendente quotidiano, analoghe prime pagine.
E c’è in generale da parte di uomini grandi e grossi un allegro fregarsi le mani quando possono sostenere che qualcuno li ha “offesi”, che questo avvenga su Twitter, in tv o in qualunque altra sede: annullando completamente le ragioni e i torti, le verità e le balle, perché la categoria dell’”offesa” offre un cambio di campo, come la vittoria a tavolino anche se stavi sotto di tre gol.
Questi atteggiamenti sono esattamente la stessa cosa di quando piove la monetina dagli spalti e il giocatore si butta a terra ostentando gravissimi traumi cranici. E in Italia, siamo tutti quella cosa lì: tutti Alemao. E tutti Carmando*. Che fino a che stai giocando a pallone è un conto, poi però esistono le cose serie.

Ma trascurando le ragioni della malafede, è evidente che c’è anche qualcuno che giudica senza riflettere serenamente su cosa è successo. Annunziata non ha “insultato l’ospite” e ovviamente “non si invita un politico per insultarlo”. Quello che è successo è che Alfano ha argomentato a favore si un’alleanza del PdL col PD e ha chiesto, rivolgendosi direttamente ad Annunziata:

«Ma scusi, la Merkel quando è successo in Germania l’ha fatto, perché Bersani non ha il coraggio di fare un gesto di questo genere?»

Ovvero ha fatto una domanda, che attendeva una risposta (non era una domanda retorica, Alfano l’ha terminata così in attesa, non è stato interrotto). E Annunziata ha dato una risposta del tutto fondata e realistica a questa domanda.

«Forse perché voi siete impresentabili, ma vi rendete conto…»

Ed è la verità: non è un’opinione di Annunziata sul PdL, è la ragione per cui il PD non può allearsi col PdL, quella di cui Alfano aveva chiesto. Ragione da cui si può dissentire, ma quella è (“inaffidabili”, avevo detto io stesso a Prestigiacomo a Ballarò una settimana fa, sulla stessa questione).
Che poi questo dato di fatto – il Pd non si allea col PdL perché nel 2013 il PdL è impresentabile agli elettori del PD: ovvero che-non-si-può-presentare, in italiano – sia stato trasformato in personale insulto di Annunziata ad Alfano e a ogni singolo italiano che ha votato il PdL  – equivoco che lei stessa ha peraltro ridimensionato subito – rivela solo il meccanismo di cui sopra.
La verità è che siamo un paese che non vede l’ora, dalle scuole elementari in poi, di dire “che fai, offendi? Maestra, Annunziata offende!”.

*il titolare qui, tifa Napoli: a scanso di altri nervosismi.


Altre cose:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).