L’indirizzo di Gad

Premesso per tranquillizzare i sospettosi che ho conosciuto e apprezzo tutti e tre i maggiori candidati alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Milano e non so ancora quale voterò, segnalo che non vedo alcuna logica né alcun argomento nella pretesa di Gad Lerner che il Partito Democratico consegni a ognuno di loro (compreso il quarto che non conosco) i propri indirizzari degli elettori. Ho letto due volte il suo post che riprende una protesta di Valerio Onida, e non capisco perché in una primaria di coalizione in cui il PD è uno dei concorrenti e ha deciso di sostenere uno dei candidati, dovrebbe porsi da arbitro favorendo candidati di cui non auspica l’elezione (e che si candidano annunciandosi esplicitamente e strumentalmente “lontani dai partiti”). E se è giusto che dia a tutti i propri indirizzari, perché non dare a tutti i propri appoggi economici, logistici e umani? Perché non scrivere lo stesso post chiedendo che il PD organizzi campagne elettorali in par condicio per tutti, compresi quelli che fanno campagna elettorale contro il PD, e che lo stesso facciano gli altri partiti (Pisapia era di Rifondazione, per esempio)?

Perché non ha senso, secondo me.
E che ci siano elettori del PD che non voteranno per il candidato del PD non modifica di niente la fragilità della sua richiesta. Contro la quale non ho niente, e se il PD dovesse decidere di soddisfarla, tanto meglio e tutti più contenti: ma la gravità dei toni di Gad mi pare – e lo dico da assai critico delle scelte usuali del PD milanese – del tutto infondata.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).