La miniera d’oro delle storie d’amore tra uomini

Da un po’ di anni ci siamo abituati alla presenza di personaggi omosessuali o più in generale queer nei film, nelle serie tv, nei libri. Qualche tempo fa mio padre, 62 anni, grande frequentatore di cinema e di piattaforme di streaming, mi disse: «adesso ce n’è sempre almeno uno in ogni storia». Ci siamo anche abituati a pensare che la ragione sia quello che chiamiamo “lo spirito del tempo”: un’esigenza che alcuni autori, produttori ed editori hanno intuito e anticipato, e che il resto dell’industria della cultura non ha più potuto ignorare.

Questa è una versione della storia ed è valida nella misura in cui è sempre valido lo “spirito del tempo” per spiegare le tendenze nei prodotti culturali. Poi c’è un’altra versione ed è che semplicemente ci si è accorti che le storie d’amore tra uomini (non quelle queer in generale, ma proprio quelle tra uomini in particolare) vendono, e tantissimo. Soprattutto in un contesto sempre più guidato dai fenomeni di internet e dei social network.

Pochi giorni fa è uscito su Prime Video il film britannico My Policeman, che è un buon esempio (anche se con tutte delle caratteristiche sue) di come, preso atto di questo fenomeno, si stia provando ad approfittarne in vari modi e con risultati non sempre riusciti. Il film era molto atteso perché uno dei protagonisti è il popolarissimo e amatissimo cantante Harry Styles, che interpreta un poliziotto che si innamora di un altro uomo nell’Inghilterra degli anni Cinquanta. Non ha niente di notevole e anzi sembra un po’ la stessa storia trita e ritrita dell’amore impossibile e proibito in un tempo in cui l’omosessualità era punita dalla legge.

Ma l’operazione è riuscita: da anni online circolano teorie secondo cui Harry Styles avrebbe avuto da giovane una relazione segreta con un altro membro del suo gruppo musicale, i One Direction (oggi sciolti). Styles però non ha mai dato reali motivi per far credere di avere o aver avuto relazioni con altri uomini: questo film ne ha approfittato per dare alle fan e ai fan della congettura (e di Styles) quello che volevano. Non importa che sia un film mediocre: in pochi giorni, sui social, è già diventato un caso.

La prima volta che ho cominciato a pensare che le storie d’amore tra uomini potessero appassionare, oltre che me, anche molte altre persone, è stata quando è uscita l’undicesima stagione di Shameless. È una serie americana che aveva avuto parecchio successo dal suo debutto nel 2011 e aveva vinto numerosi premi, ma dopo dieci stagioni non aveva più molto da dire. L’ultima stagione inizia con una “puntata zero” dedicata unicamente alla storia d’amore (scritta e recitata splendidamente) tra due personaggi maschili, Ian Gallagher e Mickey Milkovich, che dalla camera dove stanno trascorrendo il lockdown ripercorrono tutta la loro lunghissima e travagliatissima relazione.

Il motivo di questa puntata zero (che non è una vera puntata perché è composta al 90 per cento da scene delle stagioni precedenti) è che delle molte storie dei personaggi di Shameless, quella di Ian e Mickey era evidentemente l’unica per cui i fan della serie – me compresa – sarebbero stati disposti a vedere un’undicesima stagione. I produttori lo sapevano bene perché quando l’attore che interpreta Mickey, Noel Fisher, aveva deciso di lasciare il cast nella nona stagione, la serie aveva perso gran parte dei suoi spettatori, ed era stata costretta a farlo tornare. Per capire la dimensione del fenomeno “gallavich” (l’unione dei cognomi dei due personaggi) basta fare un giro sui social network e sui forum di fanfiction: solo su TikTok l’hashtag ha miliardi di menzioni.

@_.gallaghers._

#gallavich

♬ suono originale – lip<3

Un altro caso che rende bene l’idea di quanto le storie d’amore tra uomini abbiano uno zoccolo duro di potenziali lettori e spettatori molto più nutrito di quanto si pensi è quello dei libri famosi su TikTok. Tra quelli che negli ultimi anni sono diventati virali, finendo nelle classifiche europee e americane anche diversi anni dopo essere stati pubblicati, le storie d’amore tra uomini sono diverse: si va da Una vita come tante di Hanya Yanagihara, un tomo da più di mille pagine che racconta la storia straziante di Jude, un uomo omosessuale, e che aveva già avuto un grosso successo prima di TikTok, a La canzone di Achille di Madeline Miller, che rivisita in chiave moderna la storia d’amore tra Achille e Patroclo, quelli dell’Iliade. Lo stesso è accaduto con ​​L’ultima notte della nostra vita di Adam Silvera, un romanzo meno letterario degli altri due, che racconta di due adolescenti che si incontrano e si innamorano appena prima di morire.

– Leggi anche: “Su TikTok lo leggono tutti”

Tra chi più di tutti ha provato a cavalcare questa tendenza c’è indubbiamente Netflix, che ha fatto della grande attenzione ai temi e ai personaggi LGBTQ+ una cifra stilistica. Solo nell’ultimo anno, la serie Heartstopper è stata una di quelle che hanno avuto più successo sia in Italia che negli Stati Uniti e altri paesi europei. Tratta da una serie di graphic novel, racconta la storia d’amore di due giovani, stranamente senza particolari drammi. Dopo l’uscita, ad aprile, in Italia i fumetti sono stati per mesi nelle classifiche dei più venduti.

Un caso tutto italiano è quello di Skam Italia, la serie ispirata al franchise tratto da una sceneggiatura norvegese sulla vita di un gruppo di liceali alle prese con grandi e piccoli problemi adolescenziali. La seconda stagione, che racconta dell’innamoramento di due ragazzi e del coming out di uno dei due, è considerata da molti la più riuscita ed è stata indubbiamente la più ripresa e commentata online. La serie spagnola Elite, sempre distribuita da Netflix e a sua volta ambientata in una scuola superiore, sembra aver tentato di replicare il fenomeno “gallavich” di Shameless. Guardandola si intuisce che la storia d’amore tra Ander e Omar nelle prime stagioni ha poco a che fare con il resto della trama e molto a che vedere con la volontà di avere almeno una storia d’amore tra due ragazzi. A quanto pare ci è riuscita, perché nelle stagioni successive ha aggiunto sempre più personaggi gay e sempre più scene erotiche che li coinvolgono. Ha inserito anche storie d’amore tra donne, ma apparentemente senza ottenere lo stesso risultato.

Per non parlare dell’operazione – anche parecchio criticata – fatta dagli autori di Stranger Things, che nell’ultima stagione hanno giocato moltissimo con la promessa di un imminente dramma amoroso tra due dei personaggi principali: Will e Mike.

È evidente che le storie d’amore tra uomini piacciono, e non solo agli uomini omosessuali o bisessuali che potrebbero empatizzare con i protagonisti: c’è una grossa fetta di donne, giovani e meno giovani, che le apprezza altrettanto. È una buona notizia per gli uomini gay? Per la comunità LGBTQ+? Per la rappresentazione e il riconoscimento delle relazioni non tradizionali? Non lo so. Sicuramente è una bella smentita di una cosa che si è sempre pensata e cioè che donne e uomini gay fossero in qualche modo una minoranza trascurabile dei fruitori dei prodotti culturali. Ha costretto molti a prendere atto del fatto che anche loro comprano libri mandandoli in classifica, vanno al cinema, pagano servizi di streaming.

Il primo film che mi ha fatto capire che volevo vedere e leggere più storie d’amore tra uomini è stato I segreti di Brokeback Mountain, che uscì al cinema nel 2006 ed ebbe un enorme successo (vinse il Leone d’Oro a Venezia e tre premi Oscar) perché mostrava qualcosa che di rado si era visto su schermo e probabilmente non era mai stato raccontato in quel modo. Più di recente sono usciti film altrettanto ben scritti, come Chiamami col tuo nome o il meno conosciuto La terra di Dio, e libri (l’ultimo che ho letto e apprezzato: Gli invisibili di Pajtim Statovci) e serie tv (solo per citarne due: la vecchissima Queer as folk, e la più recente Young Royals, che è svedese). Dal 2006 l’offerta di storie d’amore tra uomini da leggere e guardare è aumentata così tanto che c’è l’imbarazzo della scelta, ma è sempre meno facile trovare cose originali e di qualità.

È vero che qualche anno fa, quando queste storie erano scritte per l’urgenza di raccontarle più che per venderle e basta, guardarle o leggerle era più bello. Ma non ci lamentiamo.

Marta Impedovo

Nata a Milano nel 1991, ha una laurea in Filosofia e un master in Comunicazione della scienza. Quando era piccola i suoi genitori non le compravano le Nike e la Coca Cola, quindi ora si occupa di Consumismi.