Il PD ci mette una pezza

Non c’è dubbio che i tempi sono stretti, che la campagna elettorale sarà precipitosa e i nomi noti favoriti, che è un primo esperimento e ne usciranno casini, che si rischiano liste bloccate per le primarie invece che liste bloccate per le elezioni.

Ma considerata appunto la ristrettezza dei tempi, e considerata la vergogna imperdonabile che ci guida a votare ancora con la legge Calderoli, che il PD abbia deciso di mitigarla facendoci stare le primarie per i parlamentari è una cosa che fa onore a chi ha insistito a lungo per averle e a chi ha consentito a questa insistenza e l’ha fatta propria. Raro caso in cui alla fine il Partito Democratico si mostra compatto, e invece ancora una volta una spanna sopra agli altri partiti: tutti responsabili con ignominia di non aver saputo cambiare la legge elettorale (che a farne una buona e ad avere partiti aperti, allora le primarie non avrebbero avuto senso, probabilmente), ma il PD arriverà alle elezioni come l’unico che abbia trovato un modo per moderare questa colpa. E non era scontato: a dire di no a Civati e Vassallo sarebbe bastata una piccola prepotenza e qualche scusa sui tempi.

Invece no, e bravi. Ora fatele meglio possibile e senza sbracare: che voi sarete gente perbene, ma noi anche.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).