E poi comprammo una mazza per difenderci dagli spray

Non sappiamo ancora se la strage di Corinaldo sia stata innescata da uno spray urticante. Magistrati e carabinieri stanno esaminando anche altre ipotesi, visto che quella dello spray comporta alcune cose che al momento sembrano non tornare del tutto. Vedremo cosa verrà fuori dalle indagini. Sappiamo però che da ormai un paio d’anni il numero di aggressioni con gli spray urticanti in Italia si è moltiplicato, sia in occasione di concerti e raduni sia in altri contesti, dalle scuole alle risse fuori dai locali alle liti condominiali. Uno strumento presentato e diffuso come utile all’autodifesa è diventato in molti casi un’arma usata per aggredire il prossimo, con conseguenze potenzialmente gravissime. Si dirà che lo strumento in sé è incolpevole, e tutto dipende dall’uso che se ne fa: ma è un ragionamento che vale allora anche per le armi da fuoco, eppure nessuno – nessuno con un minimo di sale in zucca, certo – vorrebbe trovare anche in Italia le pistole al supermercato, come avviene negli Stati Uniti, in nome del fatto che le pistole sono incolpevoli e “dipende sempre dall’uso che se ne fa”. Uno spray non è una pistola, ma il punto rimane lo stesso: quanto più circolano strumenti di facile utilizzo pensati per arrecare un danno al prossimo, tanto più capiterà che a qualcuno venga in mente di utilizzare quegli strumenti per arrecare un danno al prossimo. Incentivare le persone ad armarsi e difendersi da sole vuol dire aumentare la diffusione – per le strade, nelle scuole, ai concerti, in famiglia – di strumenti nati per arrecare un danno al prossimo, con le note conseguenze. Non è una cosa così complessa da capire.

Il senso di minaccia e pericolo percepito da molte persone – alimentato ad arte da politici e giornali irresponsabili, interessati a guadagnare denari o consensi, nonostante omicidi, rapine e furti siano in costante diminuzione – si cura con un’informazione precisa e prudente, con politici consapevoli delle proprie responsabilità e con il lavoro delle forze dell’ordine, e non distribuendo a pioggia spray urticanti sotto i gazebo o in allegato con i quotidiani. Altrimenti dagli spray urticanti si passa velocemente alle mazze da baseball, e poi magari dalle mazze da baseball proprio alle pistole, inseguendo l’illusione delirante che una società in cui tutti sono armati sia una società più sicura. Una società in cui tutti sono armati è una società in cui ci si fa male tutti, ovunque e per niente, e in cui si ha paura a uscire di casa. Tocca dire persino banalità come queste.

Francesco Costa

Vicedirettore del Post, conduttore del podcast "Morning". Autore dal 2015 del progetto "Da Costa a Costa", una newsletter e un podcast sulla politica americana, ha pubblicato con Mondadori i libri "Questa è l’America" (2020), "Una storia americana" (2021) e "California" (2022).