Canovacci

Sono un grande appassionato di carte geografiche, sia della loro bellezza estetica che della loro utilità pratica: ne ho frequentate di diversissime in mille occasioni, ci ho studiato molto sopra all’università, ne ho disegnate, ne ho comprate di molti generi, seguo i siti che ne parlano e le mostrano, credo di avere una visione planimetrica della vita. Da camminatore urbano, poi, sono stato a suo tempo un precoce fan delle mappe cittadine che si aprivano e chiudevano tipo a fisarmonica e si maneggiavano più facilmente delle tovaglie da ripiegare e ripiegare (e guardo sempre con raccapriccio quelli che non le sanno piegare per i versi giusti). Adesso con Google Maps è cambiato tutto, e la gestione istantanea di ogni spostamento e la possibilità di cavarsela ovunque sono piaceri sconfinati.

Quindi mi ha incuriosito, anche se tecnicamente superata, la serie di mappe urbane che ho scoperto in una libreria di Amburgo, e poi rivisto in Svezia. E ora immagino che mi direte che le conoscete tutti, visto che le fanno a Firenze, ho scoperto oggi.  Ma se usassimo ancora le cartine, e avessimo ancora il problema di piegarle, l’idea di invece appallottolarle e ficcarle in tasca come viene non è niente male: e l’oggetto bello.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).