I murales osceni degli ospedali francesi

(Attenzione, il post contiene disegni di rapporti sessuali. Se siete al lavoro o avete bambine e bambini intorno, occhio)

Lo scorso gennaio nella “salle de garde” riservata al personale dell’ospedale universitario di Clermont-Ferrand, nel dipartimento francese di Puy-de-Dôme, sono comparse delle scritte su un murale che stava lì da 15 anni in cui si vede Wonder Woman che subisce un’aggressione sessuale da parte di altri quattro supereroi (eroine). Le parole che sono state aggiunte facevano riferimento alle riforme della ministra della Salute e dei Diritti delle Donne Marisol Touraine. «Prendila bene, fino in fondo», «Dovresti informarti un po’», «Tieni, la legge sulla sanità!» (guardando il disegno le frasi risultano più chiare). La foto del murale è stata pubblicata sulla pagina Facebook “Les médecins ne sont pas des pigeons” (“I dottori non sono degli allocchi”), poi è stata rimossa e il muro è stato imbiancato (non è comunque stato chiarito se le frasi siano state aggiunte direttamente sul disegno o se siano state aggiunte con Photoshop).

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La storica associazione femminista francese “Osez le féminisme!” ha parlato di misoginia e di «stupro come mezzo per esprimere un dissenso politico». La ministra ha detto che si tratta di un inaccettabile incitamento alla violenza sessuale. Ci sono poi stati i soliti minimizzatori che hanno sostenuto che Wonder Woman non rappresentasse la ministra, che non si trattava di uno stupro ma di un’orgia e che, insomma, CharlieHebdoelacensura?

Dipinti che raffigurano orge e scene di sesso violento contro le donne si trovano un po’ ovunque nelle “salles de garde” dei grandi ospedali francesi. Sono una specie di tradizione e sono stati raccontati per immagini nel libro del 2010 “L’image obscène” del fotografo Gilles Tondini. Intervistato su Slate France, Tondini ha spiegato che inizialmente questi disegni rappresentavano gli alti valori della professione medica. Nel XIX secolo Gustave Doré (sì, l’artista e incisore che ha illustrato la Divina Commedia) realizzò per primo una caricatura all’interno della “salle de garde” de l’Hôpital de la Charité. Questa tendenza si è poi trasformata al tempo della cosiddetta liberazione sessuale arrivando fino ai nostri giorni.

Jacques Le Pesteur, esperto delle tradizioni delle “salles de garde” (che sono complesse e che, oltre alle parate sessuali e carnevalesche, prevedono anche molte altre forme rituali), spiega che questi luoghi riservati agli specializzandi o comunque al personale dovevano funzionare come stanze di decompressione, per compensare la vicinanza quotidiana con la morte e la malattia e rafforzare il senso di appartenenza del gruppo: «Alle pareti, i corpi doloranti, brutti e asessuati stesi sui letti d’ospedale diventano desiderio, giovinezza e vigore attraverso i tratti di personaggi grotteschi che si abbandonano a ogni tipo di audacia».

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Al Bichat Claude-Bernard Giuseppina non compare in piedi accanto a Napoleone, alla “salle de garde” dell’ospedale Mignot a Versailles si “cita” la Creazione di Adamo di Michelangelo. In tutte, enormi falli, orge, corpi avvinghiati, baccanali. Scene di sessismo quotidiano, secondo molte e molti. “Osez le féminisme!” ha chiesto che vengano eliminati tutti i murales di questo genere dagli ospedali pubblici, pensati da e per uomini: «La missione dei medici è di prendersi cura: anche delle donne, e anche delle donne vittime di violenza». E ancora: «Lasceremmo questo tipo di rappresentazioni in altri luoghi pubblici?».

Nell’ultima foto: salle de garde de Hôpital de la Pitié Salpétrière, Parigi (In Situ)

Giulia Siviero

Per ogni donna che lavora ci vorrebbe una moglie. Sono femminista e lavoro al Post. Su Twitter sono @glsiviero.