Il boicottaggio contro Trump al Kennedy Center

Da quando ha dato il suo nome al celebre centro culturale di Washington, molti concerti sono stati annullati, tra cui quello di Capodanno

La nuova insegna del Trump Kennedy Center appena installata a Washington, 19 dicembre 2025 (AP Photo/Jacquelyn Martin)
La nuova insegna del Trump Kennedy Center appena installata a Washington, 19 dicembre 2025 (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Il John F. Kennedy Center for the Performing Arts è un memoriale pubblico in onore del presidente John Fitzgerald Kennedy, assassinato nel 1963, ma è anche un importante centro culturale di Washington, che ogni anno ospita circa duemila spettacoli di teatro, danza, musica e intrattenimento. Tra i suoi eventi più noti ci sono gli spettacoli del periodo natalizio, che però quest’anno sono stati cancellati per via delle proteste contro il presidente Donald Trump, che due settimane fa aveva fatto cambiare il nome del centro per inserire anche il suo.

Il musicista Chuck Redd, protagonista dello spettacolo della Vigilia di Natale fin dal 2006, ha cancellato l’evento poco dopo aver visto il cambio del nome, mentre il noto ensemble jazz newyorkese dei Cookers ha cancellato il suo concerto di Capodanno. Il comunicato non specifica se la cancellazione sia legata al cambio del nome, ma il batterista, Billy Hart, ha detto al New York Times che «ovviamente» ha avuto un peso. Anche la cantante country Kristy Lee ha annullato il suo concerto previsto per il prossimo 14 gennaio, sostenendo che perdere la sua integrità le costerebbe di più che perdere il cachet. Una motivazione simile a quella data dalla compagnia di danza di Doug Varone, che a sua volta ha cancellato due spettacoli in programma ad aprile.

Moltissimi artisti hanno espresso preoccupazione per l’integrità culturale e istituzionale del centro, il cui nome ufficiale adesso è “The Donald J. Trump and the John F. Kennedy Memorial Center for the Performing Arts”, o Trump Kennedy Center, anche se continua comunemente a essere chiamato Kennedy Center. Ma c’erano già state reazioni di protesta dopo i primi cambiamenti introdotti da Trump, fin dall’inizio del suo secondo mandato.

Persone che protestano davanti al centro per l’approvazione del nuovo nome, 20 dicembre 2025 (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)

Che Trump volesse cambiare il nome del centro si sapeva da tempo. Poco dopo essere stato rieletto, a febbraio, aveva sostituito tutti i membri del consiglio di amministrazione – tradizionalmente di entrambi i partiti – con persone a lui vicine, tra cui la procuratrice generale Pam Bondi, la sua capa di gabinetto Susie Wiles e Usha Vance, moglie del vicepresidente J.D. Vance. Poi si era nominato presidente e aveva scelto come direttore esecutivo ad interim Richard Grenell, un ex diplomatico e suo sostenitore, con cui dice di condividere la visione di quella che ha chiamato «l’età dell’oro dell’arte e della cultura americane».

Nelle settimane successive l’attrice Issa Rae aveva cancellato un suo spettacolo previsto per marzo, citando il tradimento dei valori storici dell’istituzione; la cantante Rhiannon Giddens aveva detto che non se la sentiva più di esibirsi, e anche i produttori di Hamilton, ormai un musical classico della cultura pop, avevano subito deciso di annullare gli spettacoli in programma per marzo e aprile 2026: per il produttore principale, Jeffrey Seller, il Kennedy Center doveva essere protetto dall’influenza della politica. Altre persone invece si erano dimesse dai propri ruoli di consulenza artistica, come la soprano Renée Fleming o la famosissima autrice e produttrice televisiva Shonda Rhimes, che era tesoriera.

Le contestazioni si sono intensificate appunto con l’approvazione da parte del consiglio di amministrazione del nuovo nome del centro, già di per sé dalla validità dubbia. Il nome del centro infatti era stato stabilito con una legge federale del 1964, e secondo diversi esperti per cambiarlo sarebbe necessario un voto del Congresso. Joyce Beatty, una deputata Democratica dell’Ohio, ha presentato una causa contro la nuova designazione.

A ogni modo il centro ha continuato a ospitare alcuni eventi noti, come il Mark Twain Prize for American Humor, la cerimonia di un premio per i migliori comici statunitensi, che a marzo è stato assegnato a Conan O’Brien, e i Kennedy Center Honors, cioè i riconoscimenti alla carriera attribuiti a persone influenti nel mondo dell’arte, della musica e del cinema, che Trump ha assegnato a suoi sostenitori e donatori come Sylvester Stallone, Gloria Gaynor, la band metal dei Kiss.

Le cose per il centro comunque sembrano non andare benissimo: a ottobre il Washington Post aveva scritto che da settembre gli spettacoli in programma avevano venduto in media il 57 per cento dei biglietti, contro il 93 per cento dell’autunno del 2024 e l’80 dell’anno precedente. Adesso Grenell ha minacciato di fare causa a Redd, il musicista che ha annullato il concerto della Vigilia, e di chiedergli un milione di dollari di danni.