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  • Lunedì 29 dicembre 2025

Il Kosovo avrà un governo funzionante, forse

Dopo dieci mesi di stallo politico il partito al governo ha vinto le elezioni, ma per poco non ha raggiunto la maggioranza assoluta in parlamento

Albin Kurti festeggia la vittoria alle elezioni a Pristina, in Kosovo, il 28 dicembre 2025 (ANSA/EPA/GEORGI LICOVSKI)
Albin Kurti festeggia la vittoria alle elezioni a Pristina, in Kosovo, il 28 dicembre 2025 (ANSA/EPA/GEORGI LICOVSKI)

Domenica in Kosovo il partito di sinistra populista e nazionalista del primo ministro Albin Kurti ha vinto le elezioni legislative anticipate, convocate a meno di un anno dalle precedenti, che si erano svolte a febbraio. Al tempo il partito, che si chiama Vetëvendosje! (Autodeterminazione!, in italiano), aveva fatto eleggere 48 parlamentari su 120 e poi non era riuscito a creare una coalizione con altre forze politiche: per questo nell’ultimo anno il Kosovo non aveva avuto un governo né un parlamento funzionanti.

Le elezioni di domenica erano considerate una scommessa per Kurti, in carica dal 2021, che non sapeva se la popolazione lo avrebbe appoggiato o punito per non essere riuscito a formare una coalizione stabile per quasi un anno. Alla fine, con il 99 per cento dei voti scrutinati, il suo partito ha ottenuto il 49,3 per cento: più del 41 per cento ottenuto lo scorso febbraio, ma poco meno di quanto gli sarebbe servito per governare senza alleanze.

I due principali partiti dell’opposizione, il Partito Democratico e la Lega Democratica (entrambi nazionalisti e di centrodestra), hanno ottenuto rispettivamente il 21 e il 13,6 per cento dei voti. Come nella precedente legislatura, hanno detto che non si alleeranno con Kurti, ma le possibilità che il primo ministro ora riesca a formare una maggioranza in parlamento sono più alte, dato che avrà probabilmente bisogno di allearsi solo con un partito minore per raggiungere i 61 seggi necessari.

Il Kosovo è un piccolo paese dei Balcani occidentali (ha poco meno di 1,6 milioni di abitanti) che si è reso indipendente dalla Serbia nel 1999. Ancora oggi le relazioni con la Serbia sono al centro del dibattito politico, e in particolare la grossa questione che riguarda come dovrebbero essere governate alcune cittadine nel nord del Kosovo a maggioranza serba: i due paesi raggiunsero un accordo sulla loro gestione nel 2013, ma finora è rimasto in gran parte inattuato. In questi anni Kurti ha costruito parte della sua popolarità sostenendo un maggiore controllo sulle cittadine del nord a maggioranza serba, mentre in campagna elettorale i principali partiti di opposizione hanno detto di volere un rapporto più conciliante e aperto con la Serbia.

Formare un governo funzionante e migliorare il rapporto con la Serbia sono due obiettivi che servono non solo a portare stabilità nel paese, ma anche a sbloccare dei grossi finanziamenti internazionali, da cui il Kosovo dipende. Entro aprile il parlamento dovrebbe ratificare degli accordi di prestiti agevolati per un miliardo di euro con l’Unione Europea e la Banca Mondiale, che in caso contrario scadranno nei prossimi mesi. L’Unione Europea inoltre ha acconsentito a rimuovere le sanzioni (incluso il congelamento di alcuni aiuti) che aveva imposto nel 2023 dopo un periodo di grosse tensioni con la Serbia, che avevano portato la NATO a schierare delle truppe sul confine fra i due paesi. La crisi politica dell’ultimo anno aveva finora impedito questa possibilità, facendo perdere al paese centinaia di milioni di euro.