Quando Brigitte Bardot diventò Brigitte Bardot
E Saint-Tropez diventò Saint-Tropez: fu merito del film “E Dio creò la donna”

Saint-Tropez era ancora un’anonima località della Costa Azzurra quando il regista Roger Vadim la scelse come ambientazione di E Dio creò la donna, il suo film d’esordio e quello che avrebbe fatto diventare sua moglie Brigitte Bardot, morta domenica a 91 anni, una delle attrici più famose al mondo.
Conosciuto anche col titolo Piace a troppi, uscì nel 1956 ed è ricordato soprattutto per la celeberrima “scena del mambo”: quella in cui Bardot sconvolge gli ospiti di una festa muovendosi come se fosse in trance, incarnando un ideale di sensualità quasi oltraggioso per i tempi, provocante, carnale ed esplicito. Da quel momento in poi Brigitte Bardot si consacrò come un riferimento di stile e bellezza, con un impatto sulla cultura pop paragonabile soltanto a quello di colleghe come Marilyn Monroe e Sophia Loren.
Cominciò a essere chiamata semplicemente “BB”, come le sue iniziali, e divenne una presenza costante sulle pagine di costume della stampa internazionale, dai grandi quotidiani alle riviste illustrate, che cominciarono a descriverla come il simbolo di un nuovo modo di intendere la femminilità, più esuberante, disinvolto e libertino.
In E Dio creò la donna Bardot – 22enne – interpretava Juliette Hardy, una giovane orfana disinibita e sfrontata che crea una certa agitazione a Saint-Tropez, che all’epoca era poco più di un villaggio di pescatori. Tutto il film ruota attorno alle sue interazioni con una serie di figure maschili incapaci di resistere al suo fascino: Antoine Tardieu, un uomo maturo e rispettabile; suo fratello Michel, più giovane e inquieto; ed Eric Carradine, un ricco proprietario terriero distaccato e annoiato.
Tutti, in modi diversi, finiscono per essere attratti e al tempo stesso destabilizzati dall’atteggiamento licenzioso e audace di Hardy, e anche dalla sua indifferenza alle convenzioni.
Dopo aver assistito alla prima proiezione del film, il critico cinematografico del New York Times Bosley Crowther liquidò E Dio creò la donna come «un modesto film completamente monotematico, a colori e girato in Cinemascope», una tecnologia che esisteva da poco più di tre anni.
Crowther aggiunse che l’unico aspetto davvero interessante del film erano l’interpretazione e la presenza scenica della sua protagonista, e in particolare la sua capacità di catturare l’attenzione di chiunque la guardasse, che si trattasse dei personaggi o del pubblico in sala:
«Questa piccola francese dalle forme rotonde e voluttuose viene messa in mostra in modo spettacolare ed è piuttosto spudoratamente oggetto di sguardi da ogni punto di vista consentito. La si osserva in pantaloni e maglioni, in shorts e in costumi da bagno bikini. In due o tre occasioni indossa un lenzuolo e, una volta, appare nuda dietro un sottile schermo. Inoltre, si muove in maniera tale da accentuare pienamente le sue attrattive. È innegabilmente una creazione di maestria superlativa»
Un’altra recensione famosa fu quella di François Truffaut, che all’epoca non aveva ancora esordito come regista e si guadagnava da vivere come critico cinematografico. In un articolo pubblicato sulla rivista Arts, Truffaut lodò il lavoro di Vadim, e anche la sua volontà di sfidare i preconcetti e gli schematismi della mentalità borghese del tempo.
Descrisse E Dio creò la donna come un film «sensibile e intelligente» nel quale, a differenza di quanto sostenevano altri suoi colleghi, «non si riscontra una sola volgarità». «È un’opera tipica della nostra generazione, perché è amorale (in quanto rifiuta la morale corrente e non ne propone nessun’altra) e puritano (in quanto è cosciente di questa amoralità e se ne inquieta)», aggiunse.
La relazione tra Bardot e Vadim finì nel 1957, ma la loro complicità artistica continuò e giovò moltissimo alle rispettive carriere. Negli anni successivi lavorarono insieme in altri quattro film: Gli amanti del chiaro di luna (1958), A briglia sciolta (1961), Il riposo del guerriero (1962) e Una donna come me (1973).
Grazie al successo di E Dio creò la Donna, Saint-Tropez divenne una delle località turistiche più ambite e costose della Costa Azzurra. Brigitte Bardot la frequentò assiduamente anche negli anni successivi, soprattutto dopo l’acquisto di La Madrague, una lussuosa villa affacciata sul mare che divenne teatro di feste affollate e di un continuo viavai di amici, artisti e personaggi del mondo dello spettacolo.
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